CAPRI — «L'Italia non può più permettersi di lasciar sole le sue imprese».

Il messaggio è chiaro: le imprese non possono essere considerate «quasi come un male necessario». «Dobbiamo avvicinare - afferma Colaninno - i tempi della politica a quelli dell'economia, trasferire il dinamismo vitale delle nostre piccole, medie e grandi imprese all'opinione pubblica, alla società, allo Stato». La relazione del presidente dei Giovani Industriali è puntuale e precisa, esortando il governo a stare più vicino al tessuto produttivo. Una Italia che può e deve diventare «campione del mondo del turismo» grazie all'offerta di cui dispone mentre «ora rappresenta il caso più clamoroso di deficit strategico». «L'Italia deve iniziare a correre a fianco dei suoi imprenditori, dei suoi lavoratori, delle sue idee - spiega Colaninno - superando l'antica diffidenza della politica verso chi rischia ogni giorno sui mercati costruendo regole certe e istituzioni efficienti». Per il giovane confindustriale l'economia sta fornendo segnali positivi e questa tendenza deve essere sfruttata. «Siamo in una condizione irripetibile: una ripresa economica vera, che finalmente coinvolge il nostro Paese - aggiunge Colaninno - e l'inizio di una nuova legislatura. Non mettere in campo le riforme di cui ha bisogno l'Italia sarebbe un peccato mortale». Poi un invito rivolto al settore dei trasporti. «È necessario creare un unico logo Italia che sostituisca i marchi regionali, liberalizzare le tratte aeree intercontinentali, potenziare l'aeroporto di Fiumicino aprendolo ai vettori cinesi, arabi, indiani ed australiani; investire sull'insegnamento dell'italiano nei paesi del Far East».