«Lavoriamo per il partito delle libertà»
È lì che Silvio Berlusconi si ritrova con la delegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo per discutere del futuro del partito e della coalizione di centrodestra. Un grande tavolo rettangolare e un unico assente: Jas Gawronsky (che sta lavorando sulla vicenda del rapimento di Abu Omar e, quindi, è in missione). Berlusconi si siede tra Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento Europeo, e Amalia Sartori, unica donna della delegazione azzurra. Davanti a lui Antonio Tajani capodelegazione di FI in Europa e vicepresidente del gruppo del Ppe. Qualche momento di commozione quando gli eurodeputati, per i suoi 70 anni, gli regalano una donazione per la Fondazione Luigi Berlusconi. Poi spazio alla politica, tanta politica. Quando, verso le quattro si presenta davanti ai giornalisti, l'ex presidente del Consiglio, nonostante un po' di stanchezza, rilancia subito quella che, secondo lui, è la priorità per garantire un futuro all'esperienza della Cdl: il partito delle libertà. «Abbiamo parlato - dice - del Partito delle libertà. Un partito che nascerà dal basso e dovrà essere aperto a tutti. Non so se si chiamerà Partito delle libertà o Partito del popolo europeo. Qualcuno ha proposto Popolo delle libertà. Bello no?». E a chi gli domanda che caratteristiche dovrà avere, risponde secco: «I partiti esistenti porteranno la loro forza, ma la caratteristica principale dovrà essere l'ampiezza. Potranno aderirvi tutti coloro che pensano che questa sinistra illiberale, rissosa e divisa su tutto non può garantire un futuro al Paese». Il pensiero corre veloce verso gli alleati. «An - continua - è d'accordo». E l'Udc? «Anche l'Udc credo sia interessato». Anche se vi dividerete in Molise? «Sul Molise stiamo lavorando, sono fiducioso che arriveremo ad un accordo». Berlusconi passa quindi ad attaccare la «Finanziaria ideologica» varata dal governo. «Noi - dice - avremo tagliato la spesa di un punto di Pil e questo sarebbe stato sufficiente per la Ue». E ora? Berlusconi annuncia che l'opposizione parteciperà a «tutte le manifestazioni che verranno organizzate dalle categorie» e che potrebbe scendere in piazza visto che «questa richiesta viene da tanti». Rispetto alla possibilità di emendare il testo, Berlusconi assicura che, «dove possibile», la Cdl presenterà emendamenti e, se «l'ala moderata dell'Unione vorrà essere d'accordo con l'opposizione, la Cdl non si tirerà indietro». «Noi - dice - non facciamo un'opposizione preconcetta».