di SUSANNA NOVELLI UNA SIMULAZIONE dei «danni» che avrebbe recato la Finanziaria 2006 del governo Berlusconi, ...
Era circa un anno fa, quando nella sede dell'Anci di via dei Prefetti, il sindaco Veltroni e l'assessore capitolino al Bilancio, Marco Causi, mostrarono alla stampa la simulazione degli effetti della sconsiderata manovra finanziaria del centrodestra. Lacrime e sangue, insomma. Evitate grazie a una correzione in extremis che riportò un po' di acqua nelle già provate casse comunali. Probabile che oggi, in seno all'assemblea dei Comuni italiani che si riunisce proprio in Campidoglio, si riassista alla stessa scena. Le premesse, del resto sono pressoché identiche. Un taglio di 7 miliardi di euro che, aggiunto al vincolo di azzerare il debito di 2,7 miliardi di euro in un anno, significa per i Comuni un sacrificio «insostenibile». Le prime «avvisaglie» si erano avute due giorni fa, quando il responsabile del Bilancio della Capitale, Marco Causi, aveva trattenuto un commento più specifico. «Dobbiamo studiare il testo integrale ma - aveva sostenuto - se le cose stanno così come sembra da una lettura superficiale, si tratta di una manovra insostenibile». Ieri, a lettura integrale avvenuta, è Veltroni stesso a lanciare un messaggio per nulla incoraggiante. «Stiamo completando l'esame della finanziaria e emergono moltissime cose che non vanno bene - ha commentato il sindaco capitolino - complessivamente ci sono dei tagli nei trasferimenti agli enti locali che mettono a rischio i servizi nella loro quantità e qualità. Prenderemo insieme all'Anci una posizione comune nei confronti del Governo». Stavolta, insomma, l'eventualità che si spengano i lampioni e si chiudano le scuole sembra più concreta che mai. Difficile, infatti, scendere in piazza con un governo della stessa maggioranza. Difficile farlo quando dopo anni di battaglie e false aspettative, proprio Veltroni ha ricevuto poteri speciali e nuovi finanziamenti della legge per Roma Capitale. Una sensibilità da parte del governo Prodi che rischia di essere vanificata. I 150 milioni annui per Roma Capitale potrebbero servire, paradossalmente, per mantenere aperti gli asili nido e per assicurare quel livello di assistenza sociale che ha fatto di Roma un modello seguito con attenzione anche all'estero. Un altro colpo basso, insomma. Che si aggiunge dopo soli tre mesi al caos infernale provocato dal Decreto Bersani sulla liberalizzazione delle licenze taxi e che, senza preavviso agli Enti Locali, fece saltare proprio a Veltroni un accordo raggiunto dopo anni di mediazione con la combattiva categoria dei tasssisti capitolini. In questo caso i commenti che provenivano dal Palazzo Senatorio erano più diplomatici, riferendosi piuttosto al fatto che spettasse ai Comuni entrare nei particolari. Una circolare poi rimise pace e delegò agli Enti locali le modalità della riforma. La delusione per la Finanziaria però, seppure non espressa, è forte e una correzione a favore dei Comuni non è detto che serva a ravvicinare agli Enti Locali un governo che sembra invece allontanarsi sempre di più e non solo nella forma.