L'opposizione

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, secondo alcuni partecipanti alla cena di Arcore, avrebbe fatto così il punto al termine dell'incontro con lo stato maggiore della Lega, diversi esponenti del suo partito e il presidente dei deputati di An Ignazio La Russa, giunto nella dimora dell'ex premier dopo cena. Berlusconi questi concetti li ha rilanciati ieri sera, appena rientrato a Roma. Dopo aver bollato come «invenzioni giornalistiche» i malumori di An e Udc per l'incontro di Villa San Martino, Berlusconi conferma una nuova disponibilità al dialogo con il leader centrista. «Avevo parlato con Casini - spiega ai cronisti - con cui eravamo rimasti d'accordo di vederci questa settimana». In casa Udc si stempera la reale portata della conversazione. In realtà, spiegano, Berlusconi si riferisce a una semplice telefonata di auguri fatta da Pier Ferdinando Casini per il settantesimo compleanno di Berlusconi, durante la quale non si sarebbe fatto cenno ad alcun incontro imminente. Tra i due leader il rapporto umano, se non ancora quello politico, è notevolmente migliorato rispetto al gelo dei mesi scorsi. Ad avvalorare questa impressione ci sono le lodi fatte pubblicamente da Berlusconi la settimana scorsa l'intervento di Casini alla Camera nel dibattito su Telecom. Ma in casa Udc si ribadisce che non è l'Udc che cerca lo scontro per lo scontro. Berlusconi è dialogante anche per quanto riguarda il ricorso alla piazza, tema su cui l'Udc è notoriamente cauta: «I moderati non sono come la sinistra per cui la protesta di piazza è una cosa normale. Per noi non lo è. Tuttavia - osserva Berlusconi - da tanti cittadini ci è giunta la richiesta di un atto collettivo di opposizione». E proprio la mobilitazione di piazza è stato il piatto forte della cena di Arcore. I dirigenti della Lega presenti avrebbero sottolineato che per loro è fondamentale organizzare una grande manifestazione nazionale per sfidare in piazza il governo Prodi. C'è chi pronostica che la manifestazione non potrà aversi prima del 25 novembre a Roma, quando presumibilmente la finanziaria passerà dalla Camera al Senato. Il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa afferma che «se il governo dovesse blindare il provvedimento e bloccare la via del confronto parlamentare valuteremo ogni altra iniziativa». «Il ministro dell'Economia -commenta invece Pier Ferdinando Casini dopo l'intervento alla Camera di Padoa Schioppa- qui ha recitato ìdelle meraviglie. Ha descritto un Paese felice e contento di questa finanziaria». Invece, «le categorie si stanno ribellando e sono scontente. Noi presenteremo emendamenti per migliorare questa legge. Mi auguro che l'intenzione di ascolto manifestata dal governo non si fermi alle parti sociali ma giunga anche in Parlanento». «Prodi -commenta il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani- ci ridurrà tutti al verde. Lo sa anche lui, altrimenti non parlerebbe espressamente di sacrifici, contraddicendo se stesso». «In una situazione di questo tipo -aggiunge il vicecoordinatore del partito Fabrizio Cicchitto- l'azione in Parlamento per modificare la legge finanziaria, iniziative come quella del tax-day e una grande manifestazione popolare non sono alternative, ma i normali passaggi di una battaglia politica dura e che nel contempo punta a far saltare i punti cardine di un disegno economico demenziale frutto dell'intesa fra Prodi, Visco, Rifondazione comunista, il Pdci e i Verdi». Quella sulla manifestazione della Cdl contro la Finanziaria, dice invece Gianfranco Fini, è «una polemica che non ha ragione di esistere». La manifestazione «si farà quando lo reputeremo necessario».