Rottamazione dei frigoriferi

Vittorio Merloni, membro del direttivo di Confindustria, non cambia la sua linea che da anni porta avanti. Contrario da sempre alla rottamazione, in quanto porta un effetto limitato sui conti delle aziende, Merloni pone l'accento sui consumi. «Questa misura avrà un effetto benefico sulle bollette energetiche - sottolinea Merloni - in quanto gli utenti pagheranno meno». Recenti studi sul consumo dei frigoriferi hanno evidenziato che i prodotti di classe A portano a un risparmio di circa il 70% rispetto a quelli messi sul mercato 10 anni fa. Il giro d'affari del settore cooling in Italia si aggira sui 550-600 milioni di euro. Indesit è leader in questo segmento con il 22% davanti a Whirpool, Electrolux, Candy e Bosh. Le stime di crescita del Governo sono del 15% quindi l'impatto sui bilanci sarebbe comunque marginale. «Indesit ha un aquota del 30% sugli elettrodomestici - prosegue Merloni - e il peso del comparto frigo è piuttosto limitato. In Italia le vendite sono di poco superiori al 10% del giro d'affari». La Finanziaria prevede incentivi alla rottamazione dei frigoriferi e congelatori per gli acquisti effettuati durante il 2007. A fronte dell'acquisto di un frigorifero o di un congelatore di classe energetica non inferiore ad A+ spetterà infatti all'acquirente una detrazione Irpef pari al 20% della spesa sostenuta. «Sono sempre stato cauto sugli effetti delle rottamazioni - conclude Merloni - così come resto prudente sulle incentivazioni». Intanto Indesit ha aderito al Global Compact promosso da Kofi Annan, il cui obiettivo è la diffusione delle buone prassi della responsabilità sociale tra le imprese. Il gruppo di Fabriano ha anche pubblicato il rapporto sulla sostenibilità 2005. Il Global Compact, formalmente presentato al quartier generale delle Nazioni Unite nel Duemila, invita le imprese ad aderire a nove principi universali nelle aree dei diritti umani, delle condizioni di lavoro e dell'ambiente. Il rapporto sulla sostenibilità rinnova, spiega l'azienda, l'impegno di Indesit Company «per la riduzione dei consumi idrici ed energetici e per la valutazione delle materie prime dei prodotti, in conformità con le nuove normative europee sul divieto di utilizzare sostanze dannose nei prodotti elettrici ed elettronici e sul loro smaltimento». Una scelta che si avvicina anche agli adempimenti promossi dall'Unione Europea. Una normativa che per adesso è stata seguita solamente da Spagna e dai Paesi del nord.