Il Tg2 manda in onda il video di uno scherzo del premier, l'Unione chiede la censura
Apriti cielo. Come si permettono? E non fa nulla che il filmato è girato anche su siti di sinistra. E non fa nulla che sia stato pubblicato anche da siti d'informazione tradizionalmente schierati con l'Unione. No, per carità. Se a mandarlo in onda è la Rai, o magari il Tg2, un telegiornale considerato vicino al centrodestra, la sinistra scatena il finimondo. Sul premier è vietato fare satira. Ma solo adesso, visto che le stesse persone che protestano oggi sono quelle che alcuni mesi fa invocava la Costituzione e la Carta dei diritti dell'uomo per difendere il diritto di Roberto Benigni di prendere a schiaffi (metaforici e ironici, s'intende) Silvio Berlusconi. Ma veniamo ai fatti. Il Tg2 manda in onda il filmato rap che monta le parole e anche le gaffe del premier nel corso delle comunicazioni alla Camera sul caso Telecom della settimana scorsa. Video che è girato su internet anche su siti che sostengono la maggioranza. Ma l'Unione in Parlamento non ci sta. I parlamentari Merlo (Margherita), Migliore (Rifondazione), De Petris (Verdi), Montino (Ds) sparano forte e chiedono: «Verificare se ci sono gli estremi per vilipendio alle istituzioni». E aggungono: «È gravissimo che un telegiornale del servizio pubblico, in una delle edizioni di punta della sua programmazione, abbia dato spazio ad un video del genere - dicono i parlamentari - . Sarebbe stato piacevole e gradevole vederlo in una trasmissione di satira, ma certamente non nell'ufficialità e autorevolezza che è propria di un tg Rai. Non è accettabile che di alcune delle maggiori cariche della Repubblica, dal premier al vicepremier, al presidente della Camera, come anche dell Aula parlamentare, sia stata data un immagine comica che nulla aveva a che vedere con un momento come quello del dibattito parlamentare su Telecom, dall alto valore politico e istituzionale». In difesa del Tg scende in campo la Cdl. Storace (An): «L'Unione va a carro armato contro il Tg2 e dimentica le "benignate"». Taradash (Riformatori liberali): «Qualcuno glielo spieghi, a Lorcompagni, che in Italia esiste tuttora la libertà di stampa. Che alle volte capitano abusi e storture (anche nella Rai sinistrata) ma che mai, ripetiamo mai, si era vista una reazione così bigotta, così da mozzaorecchi, così triviale a uno scherzo innocuo come quello trasmesso dal Tg2. Tranne che in Iran o in Corea del Nord, ovviamente». Caparini (Lega): «È un tentativo di censura». Bertolini (Forza Italia): «Dal rap alla rapina della Finanziaria la differenza è poca. Per questo la sinistra è nervosa. L'Unione dei soviet bacchettoni vuole intimidire il Tg2». Pionati (Udc): «Dinanzi alla levata di scudi dell'Unione contro il Tg2, non sappiamo se ridere o piangere. Fa ridere parlare di vilipendio alle istituzioni dinanzi a una formula usata da testate televisive e non di tutto il mondo. Fa piangere (e fa riflettere) che questo attacco immotivato arrivi da chi, nel recente passato, ha professato l'assoluta libertà di informazione e di satira, a difesa del pluralismo e della democrazia». Matteoli (An): «Altro che Prodi, ad essere vilipese sono le tasche degli italiani». I Ds e la Margherita provano a replicare: «da una parte delle più alte cariche dello Stato di cui è stata data una immagine falsata, dall'altra di un telegiornale del servizio pubblico che ha una autorevolezza e una funzione assolutamente diverse». Ma la Gagliardi (Prc) si distanzia: «No alla censura, dma dal Tg2 è arrivato un colpo basso».