di LUIGI FRASCA TORINO — Confindustria scende in campo col suo massimo esponente, il presidente Luca ...
Montezemolo parla di «demagogia» e «poco coraggio» ed esprime «molta preoccupazione» per le modifiche al Tfr. «Noi imprenditori abbiamo l'impressione che la demagogia abbia preso un po' troppo spazio», esordisce il numero uno di Confindustria arrivando alla Fondazione torinese Sandretto Re Rebaudengo, dove lo attende il vicepremier Francesco Rutelli per dibattere su «Impresa e cultura». Concetti ribaditi in un'intervista al Tg1, durante la quale, a una domanda sul credito che la sua associazione avrebbe dato a questo esecutivo, ha risposto: «Confindustria giudica i governi su singole decisioni, sui fatti e sulle riforme» e in questo caso si sono ascoltati troppo «i sindacati e i partiti della spesa» che sono poi quelli che «inneggiano alla vittoria». Insomma, come inizio di legislatura le ombre prevalgono sulle luci, anche se nella Finanziaria non tutto è da bocciare. E Montezemolo le riconosce alcuni meriti: «Abbiamo apprezzato — dice — l'impegno del governo per quanto riguarda il mantenimento del cuneo fiscale, anche se è un cuneo fiscale che non riguarda solo le aziende, ma anche i lavoratori». Inoltre è apprezzabile la volontà di lottare contro chi non paga le tasse: «Ben venga la lotta all'evasione fiscale che è fondamentale, ben venga il fatto che in un Paese serio tutti devono pagare le tasse e chi ha di più deve pagare di più». Però «non si fa una Finanziaria solo o soprattutto con le entrate. Si è persa un'occasione per dare un forte taglio agli sprechi e si è persa un'occasione di affrontare fin dalla Finanziaria il tema della previdenza. Ci saremmo aspettati un taglio o più tagli alle spese e agli sprechi, tutto questo per trovare risorse per gli investimenti, per il futuro dei giovani e in particolare per la ricerca e le infrastrutture». «Noi avremmo sperato a inizio legislatura in una Finanziaria con più coraggio, che guardasse ai problemi strutturali del Paese — prosegue Montezemolo — Non dimenticatevi che pur di fronte ad una ripresa questa è un Italia che cresce meno del resto d'Europa, e non si capisce perché; che attrae sempre meno investimenti e quindi bisogna assolutamente affrontare i temi strutturali». Montezemolo riconosce che nel nostro Paese «non si può solo urlare», però «i segni di ripresa andrebbero incoraggiati con decisioni coraggiose, mettendo l'impresa, quella che crea sviluppo, in grado di generare ricchezza. Solo dopo avere generato ricchezza, che si fa con lo sviluppo, si parla di redistribuzione». Per quanto riguarda il Tfr, il presidente di Confindustria invita a «riflettere bene su eventuali modifiche». Le decisioni in merito del governo mettono «in difficoltà la libera scelta dei lavoratori e delle aziende» e, soprattutto, «le piccole imprese, quelle che oggi sono più in difficoltà ad accedere al credito e hanno costi finanziari maggiori».