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Prodi: «Tuteliamo i più deboli»

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Ne è convinto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, che a Milano alla festa per i 100 anni della Cgil ha affermato con forza: «Questa è una Finanziaria che porta allo sviluppo della giustizia sociale, che aiuta i più deboli e non si vergogna di farlo». Concetto ribadito anche nella conferenza stampa per illustrare la manovra con i ministri Padoa Schioppa, Pollastrini e Damiano con la convinzione che «la Finanziaria passerà indenne in Parlamento». Proprio a Milano, al teatro degli Arcimboldi, nel vecchio quartiere operaio della Bicocca ora riqualificato con la sede della nuova Università, davanti a mezzo governo e al Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, Prodi ha così intascato il via libera della Cgil con Guglielmo Epifani: «La redistribuzione del reddito è il cuore, il senso politico per noi condivisibile di questa manovra». Il sì della Cgil alla legge finanziaria ha quasi dissolto le polemiche anche all'interno della maggioranza di governo e Romano Prodi ha mandato un messaggio alla Casa delle Libertà che ha minacciato la protesta di piazza: «Andare in piazza può anche essere rischioso. Questa è una Finanziaria in cui coloro che hanno meno sono fortemente aiutati». E il «primo pensiero» è per i giovani. All'accusa del Centrodestra di una manovra penalizzante per il ceto medio, Prodi ha replicato: «Dopo anni di difficoltà sarà il ceto medio a guadagnare. Ci saranno meno imposte per chi guadagna fino a 40 mila euro l'anno. Il 90% dei contribuenti, quindi, avrà un calo delle imposte». Respinte al mittente le accuse di essere a capo di un governo che aumenta le tasse, ha denunciato lo stato dei conti pubblici dopo i cinque anni di governo Berlusconi: «La finanziaria del 2007 inverte la tendenza, rientreremo stabilmente sotto il 3% nel rapporto deficit-Pil. I 33,4 miliardi di euro sono lo strumento grazie al quale lo Stato si avvia verso un risanamento strutturale. Abbiamo fatto una finanziaria di grande significato che è stata condizionata dal fatto che lo Stato era stato amministrato male. I conti avevano raggiunto livelli tali che era perfino complicato riuscire a leggerli». Avere i conti a posto nei prossimi anni, ha spiegato il Presidente del Consiglio, «è la condizione preliminare per avere l'economia in crescita almeno nella media degli altri paesi europei». E il ministro dell'economia, Padoa Schioppa, gli ha fatto eco: «Abbiamo operato adesso sui conti altrimenti per tutta la legislatura ci saremmo trovati davanti questo problema». Una finanziaria, ha spiegato il premier, rivolta ai giovani che temono la precarietà e realizzata grazie «alla ritrovata concertazione». «In un Paese con rapporti sociali lacerati - ha precisato Prodi davanti all'assemblea della Cgil - è necessario trovare responsabilità e coerenza: questo è quanto il sindacato chiede al governo e quanto il governo chiede al sindacato». Rapporti sociali che rischiano di deteriorarsi ancora di più senza un intervento strutturale: «L'Italia - ha infatti spiegato Prodi - è diventata il più iniquo tra i grandi Paesi europei. Dobbiamo martellare questo concetto fino a quando non verrà capito da tutti. Da due anni siamo il Paese con la più iniqua distribuzione del reddito e questo sta facendo scoppiare la classe della povertà. Questa Finanziaria corregge questa tendenza, altrimenti il Paese non tiene. Un Paese moderno, civile e democratico deve avere come obiettivo quello della realizzazione della giustizia sociale». Tra gli obiettivi ci deve essere quello della lotta all' evasione fiscale: «Se non si pone fine non ci può essere una convivenza civile nel Paese», minata dalla politica dei condoni che non aveva incentivato le entrate «dando la percezione che è sempre possibile evadere».

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