Banche, Ferrovie e Poste escluse dal taglio del cuneo
Una riduzione che, però, non riguarderà banche, enti finanziari e assicurazioni, come era previsto e come avevano già contestato le associazioni di categoria, ad iniziare dall'Abi. Ma niente taglio anche per gran parte delle municipalizzate e delle società concessionarie: dai trasporti, come le Ferrovie, all'energia, dallo smaltimento dei rifiuti, alle Poste ad Autostrade e alle concessionarie di tlc. L'articolo 15 della legge di bilancio appena approvata dal consiglio dei Ministri esclude infatti dai 5,5 miliardi stanziati per gli interventi di riduzione del cuneo «le banche, gli altri enti finanziari, le imprese di assicurazione» e appunto «le imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell'energia, dell'acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento rifiuti». Il provvedimento prevede anche una particolare attenzione per il Sud, raddoppiando in queste aree la deduzione alle aziende per i lavoratori dipendenti. La Finanziaria prevede infatti un intervento pari «a 5.000 euro per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo di imposta» ed un ulteriore deduzione di 5.000 euro «per ogni lavoratore dipendente» sempre a tempo indeterminato impiegato in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia«. Sono ammessi a deduzione anche i contributi per le assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni, quelli assistenziali e previdenziali. Commentando la manovra, il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, ha sottolineato come «il cuneo fiscale fa parte della redistribuzione», per cui «se si guarda solo al prelievo si dà una rappresentazione distorta» dei provvedimenti di bilancio. Nelle scorse settimane il presidente dell'Associazione bancaria, Corrado Faissola, aveva più volte sottolineato come «non ci sia alcun motivo per escludere le banche dalla riduzione del cuneo fiscale. Noi vorremmo essere trattate come tutte le altre imprese». Posizione ribadita alla vigilia del varo della manovra dal vicepresidente Pietro Modiano, secondo cui non devono essere prese misure di «arbitraria selettività».