Visco rifiuta i panni di Robin Hood
Il viceministro: l'aumento delle tasse riguarda solo l'1,59% dei contribuenti
Il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco si è presentato al tavolo del consiglio dei ministri per giocare l'ultima carta a favore della sua riforma fiscale. E lo ha fatto con un dossier ricco di dati a sostegno dell'abbassamento del livello del reddito dal quale scatterà l'aliquota d'imposta massima del 43%. In pratica, Visco ha dimostrato attraverso i dati relativi al modello Unico 2004 (anno d'imposta 2003), che solo l'1,59% dei contribuenti in Italia percepisce redditi sopra i 70 mila euro. Nessun colpo di grazia al ceto medio, dunque, ma solo una redistribuzione della ricchezza a favore dei meno abbienti. Infatti, ha chiosato il vice di Padoa Schioppa, l'effetto della rimodulazione delle aliquote permetterà di redistribuire ai redditi sotto i 40 mila euro ben 7 miliardi di euro. Visco, dunque, vuole togliersi la maschera da vampiro, che in passato l'opposizione gli ha affibbiato accusandolo di «succhiare» soldi dalle tasche dagli italiani. Ma rifiuta anche di vestire i panni di Robin Hood, cioè di chi toglie ai ricchi per dare a chi fatica ad arrivare a fine mese. La manovra fiscale, infatti, «è solo un passo indietro rispetto al secondo modulo della riforma Tremonti - ripetevano ieri gli uomini di Visco nei corridoi di palazzo Chigi - Con il secondo pacchetto della riforma fiscale, il precedente governo aveva beneficiato i redditi più alti, adesso bisogna correggere questa impostazione e tornare alla situazione ex ante». In pratica il Governo ci tiene a precisare che non vuole andare a colpire nessuno, ma intende ripristinare una situazione più equa. L'aliquota del 43% non scatterà più, come ora, a partire da 100 mila euro. Per chi riscuote una busta Per chi ha un reddito di 80 mila euro l'aggravio sarà di 400 euro. Per chi guadagna 85 mila euro l'aumento dell'imposta sul reddito sarà di 600 euro. Fino ad arrivare a 1.200 euro per i redditi sopra i 100 mila euro. A fronte di ciò, si allarga la fascia di reddito esente da ogni tassazione (si passa dai 7.500 agli 8 mila euro) e vengono rimodulate le aliquote intermedie. I ministri al tavolo ascoltano e prendono visione delle tabelle. Qualcuno borbotta, ma a sbottare fuori dal palazzo è l'opposizione. Secondo cui a essere tartassato sarà tutto il ceto medio e la manovra 2007 sarà una vera e propria stangata. Per la Casa delle Libertà, dunque, non ci sono tabelle che tengano.