Il premier in esclusiva al Tg1: «Più soldi ai poveri»
Anche ieri il governo ha avuto il suo bel da fare per cercare di far quadrare le cifre della Manovra. Alle 20.30, quando a Palazzo Chigi l'esecutivo è ancora al lavoro, ci pensa Romano Prodi a delineare obiettivi e caratteristiche della prima Finanziaria del suo governo. Lo fa con un'intervista esclusiva al Tg1 nel quale parla di una Finanziaria di «giustizia e sviluppo». «Non solo - esordisce il premier - abbiamo messo in ordine i conti come voleva la Ue, ma abbiamo dato più soldi alle famiglie, alle persone più povere e abbiamo dato impulso alle imprese diminuendo il costo del lavoro». E a chi gli obietta che il governo doveva impegnarsi di più nel risanamento dei conti, replica: «Abbiamo fatto passi enormi perché abbiamo diminuito la spesa pubblica in modo stabile. Le spese di Stato, province, comuni e Regioni di oltre 10 miliardi di euro l'anno e abbiamo anche cercato di dare l'esempio diminuendo l'indennità di tutti i ministri e del Presidente del Consiglio del 30%. Non conta molto, ma è un esempio». Il premier risponde all'opposizione che lo accusa di aver colpito il ceto medio («abbiamo aiutato le famiglie più povere e io sono orgoglioso che finalmente uno dica che ha aiutato i più poveri») e delinea i suoi progetti per il futuro. «Voglio che questo Paese corra più forte», dice. Desiderio che si traduce nello slogan: «più concorrenza, più libertà, ma anche più regole». Prodi coglie al volo la possibilità di ripetere in televisione la frase che giovedì, nel corso del dibattito parlamentare sul caso Telecom, aveva scatenato l'ira della Cdl: «Si rende conto che io sono stato quello che ha costruito le privatizzazioni dell'Iri?» E dedica un pensiero al suo avversario Berlusconi che, proprio ieri, ha compiuto 70 anni: «Gli auguro tanta salute e serenità a lui e famiglia. E mi auguro che collabori al futuro di questo Paese». Ma la tranquillità del Professore tradisce in realtà le tensioni di una giornata che ha visto l'opposizione, ma anche parti della maggioranza, attaccare duramente la Finanziaria. Nell'Unione le critiche più importanti sono arrivate da Udeur, Idv e Rifondazione, preoccupati di difendere le fasce più deboli e il ceto medio, ma soprattutto dai Verdi (a metà giornata il ministro Pecoraro Scanio ha detto senza timori che si poteva fare di più per l'ambiente). La Cdl, invece, è intervenuta all'unisono. «È una Finanziaria solo di tasse» ha detto l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti. «Così si mette in ginocchio il Paese» gli ha fatto eco Roberto Calderoli (Lega). Duro anche il vice presidente dell'Anci Osvaldo Napoli (FI): «Vogliono comuni e cittadini in mutande». E, mentre il presidente dei senatori di An Altero Matteoli parlava di «una bomba nelle tasche dei cittiadini», il segretario Ud Lorenzo Cesa ha attaccato il premier: «È prigioniero della sinistra massimalista».