Fabris ci prova. E i suoi desideri diventano realtà
Capogruppo dei Popolari-Udeur. Benché fresco di nomina, ha subito capito il primo comandamento di Montecitorio: se non chiedi, non ottieni. E lui chiede. Dieci volte, chiede. Tanti sono gli ordini del giorno presentati a sua firma e dei deputati mastelliani all'indirizzo dei questori. Sei dei quali accolti. Fabris, dall'inizio della Legislatura, ha ingaggiato una battaglia personale con la presidenza di Montecitorio. Che, a suo dire, ha relegato il Gruppo che dirige nel retrobottega della Camera. L'odiato Palazzo «ex Alto Lazio». Ecco la sua descrizione: «Gli spazi comuni, compresi gli ascensori e i bagni, appaiono fatiscenti. Ci sono barriere architettoniche». Insomma, un posto poco sontuoso. Poco di rappresentanza. Sicuramente al di sotto dello stile liberty degli ambienti disegnati dal Basile per il palazzo di Montecitorio. Sicché il capogruppo Udeur strappa alla Camera la promessa di una ristrutturazione dei suoi uffici. Più i computer per i suoi collaboratori. Più il palmare Blackberry. Più un po' di parcheggi per i suoi deputati. E tutto, nell'attesa che la Camera acquisti altri immobili per far spazio agli udierrini a Via Uffici del Vicario. Palazzo dove sono ubicati tutti i Gruppi parlamentari. Da tempo immemore. E gli altri? Molta scena e poca sostanza. Nonostante l'intervento incisivo, Emerenzio Barbieri (Udc) non è riuscito a portare a termine la sua battaglia personale. Non avrà lo stesso trattamento che tocca ai colleghi senatori. «A Palazzo Madama - aveva sostenuto - la diaria è nettamente superiore. Si parla di 1500 euro mensili in più. Con cento euro, inoltre, si può estendere l'assistenza sanitaria anche ai parenti. Pure alla suocera!». Senza parlare poi del barbiere gratis. E invece niente. Il suo ordine del giorno è stato accolto solo come raccomandazione. Pazienza. Così come Teodoro Buontempo non disporrà, lui e i suoi colleghi, di tariffe speciali per l'invio della posta. Il deputato aennino ha ottenuto, tuttavia, la riduzione della produzione di stampati, con conseguente risparmio di carta. Magra consolazione. Il deputato Franco Russo di Rifondazione non avrà la copia dell'opera di Condorcet. Quella del 1848. Ha dimenticato di presentare l'ordine del giorno. Buone notizie anche per il personale delle cucine di Montecitorio. I servizi di ristorazione rimarranno quelli interni. L'onorevole Stucchi della Lega ha deciso di non infierire. Brigandì del Carroccio aveva promesso iniziative per rendere morigerati i costumi della Camera. Pure lui deve averci ripensato. Da segnalare alcune proposte no global. Quella firmata da Caruso di Rifondazione che, per fare un dispetto al capitalista Bill Gates, chiede alla Camera di «usare i software open source. Economici e più sicuri degli altri». Bocciato. E quella del collega Folena che impegna «l'Ufficio di Presidenza a incrementare significativamente l'utilizzo di carta riciclata ecologica al cento per cento». Certo, è un po' più cara. Ma non crea disastri ambientali. Cla. Bel.