Unione senza voti sul ddl giustizia Accordo su un emendamento di An

L'azione penale però — e qui è il primo cambiamento di sostanza — sarà esercitata personalmente dal capo della procura oppure sarà da lui assegnata e non delegata come è ora, ai suoi sostituti. Fermo restando il potere di revoca. Quanto al punto di contrasto — il conflitto tra capo della procura e sostituto — il magistrato potrà presentare al procuratore stesso le sue osservazioni entro dieci giorni. In caso di conflitto insanabile, sarà il Csm a sciogliere il dilemma. Decolla dunque la mediazione tra maggioranza e opposizione in tema di ordinamento giudiziario grazie a un accordo per il momento sul punto forse più controverso della riforma, quello relativo all'organizzazione delle Procure e in particolare sulla titolarità dell'azione penale. Martedì prossimo nuova riunione per proseguire il confronto anche sugli altri aspetti del ddl Mastella, a cominciare dalla disciplinare. È il risultato dopo una giornata convulsa che ha visto il Governo in ritirata strategica per evitare un clamoroso stop alla riforma dell'ordinamento giudiziario targata Cdl previsto dal disegno di legge Mastella. L'Unione, infatti, per evitare di andare sotto nella votazione di un emendamento del responsabile Giustizia di An, Antonino Caruso, ha dovuto prima rinviare il voto alla prossima settimana e poi scendere a patti con l'opposizione. A gettare nel panico Clemente Mastella è stato il vicepresidente della commissione Giustizia del Senato, Roberto Manzione, dell'Ulivo, il quale ha annunciato in Aula la sua intenzione di votare a favore della proposta di Caruso che impedisce la sospensione del decreto Castelli sull'organizzazione delle procure. La decisione del parlamentare dell'Ulivo ha terrorizzato la maggioranza, che ha capito di non avere i voti a sufficienza per bocciare la proposta di modifica targata An. Anche perché, ieri, 6 rappresentanti dell'Unione erano assenti e i senatori a vita su cui Prodi ormai fa conto per seguitare a governare, ad eccezione di Giulio Andreotti ed Emilio Colombo, si erano presi un giorno di vacanza. Mastella, a questo punto, ha intuito il pericolo e ha lanciato la proposta di accantonare questo emendamento e rinviare il voto alla prossima settimana per riprendere la trattativa fallita mercoledì sera e trovare una soluzione condivisa. Anche il relatore, il diessino Cesare Salvi, si è schierato con il ministro intravedendo in uno slittamento del voto la possibilità di arrivare ad un'intesa in extremis con l'opposizione. Il presidente di turno Gavino Angius ha chiesto all'aula di pronunciarsi sul rinvio e il Senato ha approvato. Manzione poi è stato convocato nello studio di Salvi e, chiusa la porta, sono volate parole grosse.