In allerta le Pmi
Lo ha detto il segretario generale del Cna Giancarlo Sangalli, spiegando che «circa 740 milioni provengono dall'aumento delle aliquote previdenziali sugli artigiani dal 17,6% al 20%; 1,2 miliardi dalla revisione degli studi di settore; circa 200 milioni dai contributi sull'apprendistato». Lo stesso calcolo, secondo Sangalli, si può fare per il commercio. E Giacomo Basso (Casartigiani) concorda con il presidente della Confesercenti Marco Venturi, quando dice che le piccole e medie imprese non se ne staranno a guardare. «Le notizie che annunciano una Finanziaria dal doppio peso che colpisce le Pmi e premia le grandi imprese è ormai un dato di fatto che produce forti distorsioni economiche» ha affermato il presidente della Confesercenti Marco Venturi, avvertendo che le piccole e medie imprese «non saranno spettatrici silenti». Venturi ha ribadito, quindi, come sia «poco digeribile la tenaglia tra aumenti contributivi e appesantimento degli studi di settore». E ricorda che il motore della crescita italiana sono le oltre tre milioni di pmi «che operano purtroppo in un clima di totale incertezza economica». Il vicepresidente dell'Abi, Pietro Modiano, commentare così, al tavolo di confronto con il governo, l'eventualità che il taglio del cuneo fiscale possa essere selettivo.