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Confindustria contro il prelievo forzoso da dirottare all'Inps: «È un esproprio ai dipendenti»

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Sono state queste due ipotesi, circolate ieri pomeriggio, sulle misure che dovrebbe contenere la Finanziaria - stamattina al vaglio del consiglio dei ministri - ad allertare gli industriali. Progetto, quest'ultimo, bocciato anche dai sindacati. Quello delle liquidazioni è un provvedimento che non entusiasmerebbe neppure il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, ma sarebbe, invece, caldeggiato da altri nell'Esecutivo e nella maggioranza, come l'ex ministro Tiziano Treu, senatore della Margherita. Viale dell'Astronomia ha detto subito «no». «Confindustria ritiene del tutto inaccettabile l'ipotesi di trasferire forzosamente all'Inps parte del Tfr» si legge in una nota. Quanto alla riduzione di 5 punti del cuneo fiscale, Confindustria la definisce «irrinunciabile. Non è possibile nessun passo indietro». La tensione con gli industriali avrebbe spinto il premier ad un gesto irrituale. Prodi ha telefonato a Luca Cordero di Montezemolo durante la giunta di Confindustria, forse per cercare una mediazione che però non ci sarebbe stata, vista la reazione. L'allerta all'una col ministro del Lavoro Cesare Damiano, che uscendo da Palazzo Chigi si lascia sfuggire che stava prendendo piede l'ipotesi di un anticipo della riforma del Tfr, prima del gennaio 2008. «Ho chiesto che il decollo della previdenza complementare sia anticipata a luglio 2007» dice Damiano a proposito della campagna di sensibilizzazione per il versamento del Tfr nei fondi pensione che dovrebbe partire da gennaio a giugno 2007. La misura è ancora incerta, ma prevede il decollo della previdenza complementare utilizzando il Tfr. La parte che rimane inutilizzata sarà attribuita in quota parte ad un fondo gestito dall'Inps. Gli industriali s'aspettavano altro. «Tagli coraggiosi» dirà il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, durante l'incontro con il governo, che ha illustrato la manovra anche ai sindacati, e che è stato giudicato «enunciazione generica, simile al dpef». «Auspichiamo una finanziaria che non si basi solo sulle entrate». «Avevamo chiesto rigore per lo sviluppo per rilanciare la sfida e ridare grande slancio a questo paese. Ci aspettavamo più coraggio». Montezemolo ha anche confermato «la grande contrarietà a un provvedimento forzoso e generalizzato sul Tfr all'Inps, perché toglie autonomia decisionale ai lavoratori e danneggia tutte le imprese, soprattutto le piccole». La vicepresidente di Confindustria, Emma Marcegaglia bacchetta: «L'idea di coprire con il trasferimento del Tfr i mancati tagli di spesa pubblica assume la forza di un esproprio ai dipendenti ed è da respingere con fermezza». Tra gli industriali c'è chi si dice pronto anche a scendere in piazza. L'ipotesi dello spostamento dalle imprese ad un fondo pubblico allarma anche il numero due della Cisl, Pierpaolo Baretta. «Si rischia di mettere in discussione la previdenza complementare». E anche per il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. Possibilista il leader della Cgil, Guglielmo Epifani: a patto che decolli la riforma della previdenza integrativa». Le segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil, comunque, si vedranno lunedì, per una valutazione della legge finanziaria.

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