Polemiche a sinistra: Prodi cambi strategia
«Siamo molto preoccupati per i soldati italiani», è il commento di Francesco Martone della commissione Esteri e Lidia Menapace della commissione Difesa che ribadiscono una terza via per l'impegno italiano in Afghanistan - sembra che siano ormai diventati un obiettivo vero e proprio per i talebani». Per questo, annuncia Martone, «ho preparato un'interpellanza al governo per chiedere se non si ritenga opportuno porre negli ambiti multilaterali competenti l'obiettivo primario di un mutamento di strategia verso l'Afghanistan, nonchè - sottolinea- un'effettiva trasformazione della presenza dell'Onu e dell'Unione Europea in quel paese». Per i senatori di rifondazione è necessario rivedere la partecipazione militare, per creare le premesse «per una radicale trasformazione della presenza italiana in Afghanistan, nella prospettiva di un ritiro delle truppe a vantaggio di forme efficaci di promozione della sicurezza umana e dei diritti fondamentali». Stesso tono d aparte dei Verdi. «La situazione in Afghanistan è drammatica - sottolinea il ministro Pecoraro Scanio -. Poichè io rappresento una forza politica che da sempre ha ritenuto sbagliata quella partecipazione, che oggi nella coalizione ha concordato che bisogna fare un monitoraggio su questa missione, credo che quel monitorraggio vada accelerato e va accelerato un cambio di strategia». E il fondatore di Emergency, Gino Strada, parla chiaro: «Non credo che con questo nuovo governo sia cambiato nulla», non c'è differenza tra Prodi e Berlusconi. La sinistra «massimalista» non strumentalizzi gli attentati ai danni dei militari italiani, come quello ad Herat, per chiedere il ritiro dell'Italia dalla missione in Afghanistan. Lo afferma il segretario dell' Udc Lorenzo Cesa. «Quella in Afghanistan è una missione di pace. Esattamente come tutte le altre operazioni in cui è impegnata l'Italia - dice Cesa - Ma questo non vuol dire che non presenti rischi. Come ha detto Parisi, "operazioni rischiose ma doverose". Siamo vicini ai nostri militari coinvolti nell'attentato, fortunatamente non mortale, occorso oggi a 90 chilometri da Herat. Ma ribadiamo anche l'importanza dell'impegno dell'Italia, in Afghanistan come altrove, al servizio della pace nel mondo». E Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia, dopo l'attentato di in Afghanistan dice a quelli che suonano la ritirata. «Coloro che sostengono il ritiro delle nostre truppe forse non si rendono conto che aumentano i rischi per i nostri militari sul campo».