Attentato a una pattuglia del contingente Isaf: cinque alpini feriti, tra loro una donna

Un morto e cinque feriti, di cui due in gravi condizioni. Solo contusioni per una donna alpino. Nell'esplosione dell'ordigno ha perso la vita anche un bambino ed altri civili sono rimasti feriti. I Taleban rivendicano. L'esplosione è avvenuta alle 8, ora locale (le 5.30 in Italia). I militari italiani, riferiscono al comando di Italfor, stavano svolgendo una «normale attività di pattuglia» nel distretto di Chahar Asyab, circa 10 chilometri a sud di Kabul. Erano a bordo di 3 veicoli blindati leggeri «Puma», l'ultimo dei quali è saltato letteralmente in aria, rovesciandosi, per l'esplosione di un ordigno improvvisato, «controllato a distanza». Dei sei militari che si trovavano sul mezzo, uno è morto e due sono rimasti feriti gravemente. Gli altri tre hanno riportato solo contusioni e leggere lesioni. Sul posto è subito intervenuto anche un elicottero dell'Isaf, che ha trasportato i feriti più gravi all'ospedale da campo francese. La vittima si chiamava Giorgio Langella. Originario di Imperia, 31 anni, sposato, era caporal maggiore capo del secondo reggimento alpini di Cuneo. Come gli altri feriti era inquadrato nel Battle group 3, cioè l'Unità di manovra che ha il compito di mantenere la sicurezza nell'area della capitale afghana, negli ultimi tempi sempre più turbolenta. Doveva rientrare a casa a giorni, come tutti i suoi compagni di reparto, e alla moglie aveva detto che quella sarebbe stata la sua ultima missione. Nel pomeriggio la bara è stata trasportata in elicottero a Camp Invictia, il quartier generale italiano a Kabul, dove si è svolto il rito funebre: presenti i suoi commilitoni, i vertici di Isaf, il viceministro degli Esteri Sentinelli, l'ambasciatore Ettore Sequi. La salma sarà rimpatriata oggi, con un aereo che è atteso all'aeroporto di Cuneo (dove Langella viveva con la moglie) per le 20. Ma non è escluso che il velivolo atterri prima a Ciampino, se sarà disposta l'autopsia. L'esplosione, riferisce il comando di Isaf, ha ucciso pure un bambino. Secondo quanto riferito dal ministro della Difesa, Parisi alla Camera, il bimbo si trovava a bordo di un'auto di passaggio: anche altri due occupanti sono rimasti feriti. Complessivamente, secondo il ministero dell'Interno di Kabul, i civili feriti sarebbero cinque. I due più gravi sono il maresciallo Francesco Cirmi, 30 anni, di Bologna, e il caporal maggiore Vincenzo Cardella, 24 anni, di San Prisco (Caserta). Sono entrambi ricoverati nell'ospedale da campo francese, dove sono stati sottoposti ad interventi chirurgici: Cirmi ha riportato un forte trauma facciale e Cardella è ferito agli arti inferiori. La prognosi è riservata, ma non sono in pericolo di vita. I tre alpini rimasti feriti in modo lieve, che hanno potuto rassicurare personalmente le famiglie, sono stati ricoverati nell'ospedale presso l'aeroporto internazionale di Kabul. Hanno riportato solo contusioni e sono in buone condizioni di salute. Tra di loro c'è anche una donna: il caporale Pamela Rendina, 24 anni, di Napoli. Si era arruolata da un anno ed è una delle oltre cento soldatesse attualmente impegnate in missioni «fuori area». Gli altri due sono il caporale Sebastiano Belfiore, di Torino, e il caporal maggiore scelto Salvatore Coppola, della provincia di Brindisi. Un team medico del Celio è partito ieri alla volta di Kabul per verificare le condizioni dei feriti ed esaminare tempi e modalità del loro trasferimento in Italia. Intanto il portavoce del taleban, Mohammed Hanif ha rivendicato alla tv satellitare al Jazira l'attentato contro gli italiani, precisando che la bomba è stata azionata con un telecomando. Un altro portavoce, Yusuf Ahmadi, ha invece rivendicato l'attentato compiuto a Lashkar Gah, nel quale sono morte 18 persone. Sul fronte delle indagini Parisi non si sbilancia: «Sono in corso i rilievi e gli accertamenti da parte degli organi di polizia militare per l'individuazione esatta della dinamica e della causa del tragico evento». Un dato di fatto è che la località dell'attentato — considerata ad alto rischio, per