Battaglia tra procure per interrogare Prodi
Non solo dal mondo politico e finanziario, ma soprattutto dalla magistratura che ormani ha deciso di andare fino in fondo alla vicenda dello scorporo tra la Tim e la Telecom. In campo infatti sono scese sia la procura di Roma e sia quella di Milano. Entrambe per ora hanno aperto rispettivamente un fascicolo d'inchiesta, ma non hanno ancora ipotizzato nessun reato e il registro degli indagati risulta dunque vuoto. Le pagine bianche però potrebbero riempirsi subito dopo l'audizione del numero uno del governo davanti alle Camere al fine di ricostruire la vicenda Telecom. E perciò non è escluso che tra le due procure nasca, come spesso è accaduto quando nelle inchieste penali i reati vengono commessi in gran parte dell'Italia, un conflitto di competenza. E al centro della «battaglia» tra magistrati lombardi e romani, rientra anche il possibile interrogatorio del presidente del Consiglio Prodi: chi convocherà per primo il Professore come testimone? Intanto sono all'esame della procura di Roma le carte acquisite venerdì scorso presso la sede milanese di Telecom da parte del Nucleo speciale di polizia tributaria della Finanza. Sotto la lente d'ingrandimento dei pm Stefano Rocco e Gustavo De Marinis, coordinati dal procuratore capo Giovanni Ferrara, i verbali dell'11 e 15 settembre scorsi. Il primo fa riferimento allo scorporo di Tim, il secondo invece alle dimissioni di Marco Tronchetti Provera. All'esame delle procure anche le dichiarazioni di Prodi sul fatto di non essere mai stato a conoscenza del documento del suo ex braccio destro Angelo Rovati. Piano che è già nelle mani dei pubblici ministeri, documento che era inserito nel verbale del consiglio d'amministrazione del 15 settembre. E intanto ieri la Consob ha trasmesso alla procura di Roma una nota informativa nella quale non esisterebbero elementi penalmente rilevanti nello scorporo di Tim da Telecom. Negli uffici di piazzale Clodio comunque sono attese altre carte dalla Consob e anche un'istruttoria su tutta la vicenda. La magistratura romana, dopo aver ricevuto le ulteriori documentazioni dalla Commissione di controllo sulle attività delle società e della Borsa, potrebbe ipotizzare il reato di ostacolo all'attività di vigilanza. I colleghi di Milano invece quelli di aggiotaggio o insider trading. E proprio a colpi di reati l'una o l'altra procura si «aggiudicherà» le indagini sulla vicenda Telecom.