Un imprenditore spiato
«Ormai comunico solo scrivendo su bigliettini»
A parlare della gran brutta sensazione che si prova è un imprenditore lombardo (che chiede di rimanere anonimo), il quale si è ritrovato nel lungo elenco di persone sgradevolmente finite sotto l'attenzione degli investigatori infedeli assoldati dal titolare della società fiorentina «Polis d'Istinto» di Emanuele Cipriani, amico fraterno dell'ex capo della sicurezza della Security di Telecom, Giuliano Tavaroli. Di questo imprenditore sono stati raccolti indebitamente i dati patrimoniali, e non solo. Uno degli spioni arrestati, infatti, ha anche controllato se aveva precedenti penali, e per farlo è entrato nel sistema Sdi del Ministero dell'Interno. «Avevo la sensazione di essere controllato nella mia attività — racconta l'anonimo imprenditore — Come ho fatto a sospettarlo? Era il periodo in cui stavo stipulando parecchi contratti, perché il settore era in espansione. In qualche caso, però, a gara quasi chiusa, è successo che telefonassero per dirmi che qualcuno aveva fatto un'offerta di poco inferiore alla mia». «Mi è capitato in più di un'occasione — ricorda ancora — Ora capisco il perché. Probabilmente quella era un'indagine commissionata da qualche concorrente per prevenire le mie mosse, un vero e proprio spionaggio commerciale». A preoccuparlo, però, non sono gli affari andati in fumo per via dell'intervento degli spioni, ma la sensazione che la sua vita intima e familiare possa essere stata violata. «Questo ti porta a relazionarti in modo diverso con gli altri — riflette — a prendere precauzioni che possono sembrarti delle paranoie, ma che possono evitarti problemi. Purtroppo accade anche che cominci a nutrire diffidenza nei confronti delle persone che incontri e ti preoccupi per tua moglie, per i tuoi figli. Non per la loro incolumità, certo, ma del fatto che qualcuno possa tenerli d'occhio». Conseguenze immediate della spiacevole scoperta? «Sto pensando a come fare nel mio lavoro per usare il telefono il minimo indispensabile, e quali parole devo usare quando non posso farne a meno».