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Rutelli promuove Bersani: «È il migliore»

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Motivo della discussione la distribuzione dei fondi destinati all'innovazione industriale. Il ministro dello Sviluppo Economico avrebbe tentato gestirli attraverso un accordo con gli altri ministri diessini Fabio Mussi e Luigi Nicolais. Un'ipotesi che avrebbe fatto andare su tutte le furie la Margherita. Così, Rutelli sarebbe intervenuto riuscendo, in extremis, ad inserire nel coordinamento anche la titolare degli Affari Regionali Linda Lanzillotta. Tutto falso. Questa perlomeno la versione di Rutelli che ieri, davanti alla platea di un convegno ad Altavilla Vicentina ha smentito l'esistenza di contrasti tra sé e Bersani. «Non è vero quanto è stato riportato - ha precisato Rutelli - anzi, io ho una profonda stima per Bersani. Oltretutto con lui voglio fare un partito insieme, il partito democratico». Rutelli ha poi sottolineato che Bersani «deve avere tutta la responsabilità della cabina di regia sulla politica industriale». «È in grado di farlo - ha ammesso -; è il migliore con Letta, ma deve cambiare la politica degli incentivi perché è cambiata la struttura dell'impresa». Questo perché, ha spiegato Rutelli, oggi le politiche industriali «sono sempre meno politiche nazionali e sempre più di filiera, di distretto, di territorio, regionali». Insomma niente polemiche. E la cosa è sicuramente importante. Ds e Margherita, infatti, non possono permettersi divisioni visto che, quella che si apre, è una settimana decisiva per il governo che entrerà nel vivo della Finanziaria. La discussione ruota soprattutto intorno alla partita dei tagli alla spesa. L'obiettivo di cui si è parlato finora era quello di arrivare a una ventina di miliardi (i restanti 10 arriverebbero dalla voce entrate) ma restano forti le pressioni per ridurre la parte dei risparmi puntando di nuovo a un rilancio delle entrate che già hanno fatto diminuire la manovra da 35 a 30 miliardi. Al momento l'unica cosa certa sono i 3 miliardi di risparmi della Sanità, dopo l'intesa di venerdì. Restano aperti gli altri 3 capitoli: pensioni e soprattutto pubblica amministrazione e enti locali. Secondo le prime indicazioni i ministeri dovrebbero contribuire con risparmi per almeno 3-4 miliardi di euro, mentre dal complesso delle autonomie locali se ne attendono 4-5. Per le pensioni finora si è parlato di un paio di miliardi. Quindi mancano all'appello tra i sei e gli otto miliardi di risparmi ed è su questo che si giocherà la prossima settimana. Si limano anche gli ultimi dettagli per altre misure, come quelle per gli studi di settore, lo strumento fiscale con cui i lavoratori autonomi pagano le tasse: si va verso una revisione triennale. Per quanto riguarda lo sviluppo, invece, si quantificano le risorse per il bonus Sud: 1,5 miliardi di euro.

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