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di NICOLA IMBERTI DS e Margherita provano a «commissariare» Prodi.

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Una fase in cui la parola d'ordine sarà: «basta personalismi». Non è un segreto, infatti, che i due principali partiti dell'Unione non abbiano gradito affatto il modo in cui il Professore ha gestito l'intera vicenda. Errori, gaffes, cortocircuiti nella comunicazione e, soprattutto, nessun raccordo tra il Presidente del Consiglio e il «nocciolo duro» dell'Unione. Piero Fassino lo avrebbe detto direttamente al Professore nel loro incontro privato di venerdì mattina. «Io ti ho difeso come ho potuto - sarebbero state le sue parole - ma tu, non mi ha fatto neanche una telefonata dalla Cina». Per la verità non è che Fassino e Francesco Rutelli si siano spesi troppo per difendere il premier dagli attacchi, anche duri, che gli piovevano da tutte le parti. Anzi i leaders di Ds e Margherita si sono distinti più per i loro silenzi che per le loro prese di posizione. Un comportamente che non è affatto piaciuto a Prodi che, non a caso, appena tornato in Italia ha lanciato il suo avviso ai naviganti. «Se cado vado a casa - ha detto venerdì dal palco della festa dell'Italia dei Valori a Vasto -, ma non da solo». Che tradotto vuol dire: se qualcuno pensa di replicare quanto è accaduto nel 1998, si sbaglia. Ma, né la Quercia, né la Margherita sambrano granché interessate a detronizzare il Professore da Palazzo Chigi. «Se cade Prodi - è il leit motive che accompagna le lamentele dei deputati ulivisti - torniamo a governare tra 100 anni». Eppure c'è anche chi, con un pizzico di polemica, fa notare come Prodi non abbia un proprio partito su cui contare e che, senza l'appoggio determinante di Ds e Margherita, rischia troppo. Insomma le due parti sono indissolubilmente legate e forse anche per questo, nonostante le tensioni delle scorse settimane, negli ultimi giorni si sta facendo strada la volontà di trovare una soluzione condivisa. Fassino e Rutelli, quindi, si sarebbero limitati, almeno per il momento, a chiedere una «maggiore corresponsabilità» nelle scelte strategiche del governo. Nessuna cabina di regia, che verrebbe letta come un indebolimento della figura del Professore, ma uno stop netto ad ogni forma di personalismo. Da qui, in poi, quindi, ogni volta che Prodi vorrà muovere una paglia dovrà farlo coinvolgendo Ds e Margherita che, ovviamente, non faranno mancare il loro sostegno al Professore. Anzi, sono gia tornati a farlo. Dopo il silenzio delle scorse settimane, infatti, ieri sia Rutelli che Fassino sono scesi in campo al fianco di Prodi. «È evidente che siamo tutti insieme su questa barca in cui remiamo insieme e marciamo veramente bene» ha detto il vicepremier a margine di un convegno ad Altavilla Vicentina. «Essendo Prodi il timoniere - ha aggiunto - è lui che ci dà il tempo». Mentre Fassino ha dichiarato convinto che con il governo guidato dal Professore il Paese ha fatto un «salto di qualità». Insomma tra Prodi e i principali partiti della coalizione sembra essere sbocciato nuovamente l'amore anche se c'è chi giura che si tratti di una «fiducia a tempo».

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