È BRACCIO di ferro tra gli enti locali e il governo sulla manovra fiscale.
L'obiettivo del governo è presentarsi a Bruxelles con una Finanziaria credibile sul fronte della riduzione della spesa ma questo ha messo in moto le rivendicazioni degli enti locali che ora chiedono forme di compensazione. Risultato: quello che viene tagliato a livello di spesa centrale potrebbe essere recuperato come imposte locali con un aggravio per i contribuenti. Così il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ha presentato al ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa un pacchetto di richieste che vanno dai fondi per la sanità, allo sblocco dell'addizionale Irpef, alla compartecipazione alle accise sul gasolio. E oggi i presidenti delle Regioni saranno di nuovo al ministero dell'Economia. Intanto anche i Comuni chiedono un incontro urgente con il governo e minacciano, se non saranno convocati, di scendere in piazza. Premono per l'attuazione del federalismo fiscale e vogliono sapere quante parte della Finanziaria li interesserà da vicino e se potranno aumentare le imposte locali. Il governo, stando alle dichiarazion, vuole allargare gli spazi di autonomia tributaria per Regioni ed Enti locali e sbloccare alcune grandi imposte (come l'addizionale Irpef). È il finanziamento del Fondo nazionale per la Sanità, il capitolo da sempre decisivo nella spesa pubblica, il nodo più difficile da sciogliere. Le Regioni avrebbero chiesto una cifra vicina a 100 miliardi di euro per finanziarlo nel 2007. Secondo quanto si è appreso, infatti, la Conferenza dei Presidenti avrebbe valutato in questa misura il finanziamento necessario per il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale. La richiesta delle Regioni ricomprende anche il Finanziamento del Fondo di solidarietà, nella misura di circa 1 miliardo, e il ripiano dei disavanzi di bilancio per gli anni 2004-2005. Ma Padoa-Schioppa è intenzionato a non cedere più di 96 miliardi per il 2007, una cifra che dovrebbe contenere anche il finanziamento del Fondo di solidarietà. È questo uno dei punti di maggiore frizione fra governo e Regioni e sul quale è atteso un chiarimento definitivo nell'incontro, in programma oggi al ministero dell'Economia, fra i ministri Padoa-Schioppa e Turco e i rappresentanti delle Regioni. Sanità e investimenti rappresentano, insomma, i due capitoli sui quali le Regioni sono pronte a dare battaglia. Come è risultato dalle dichiarazioni, allarmate ma anche affilate di due governatori come Del Turco e Martini, al termine della conferenza delle Regioni convocata da Errani per stamani. Le Regioni - ha sintetizzato per tutti il governatore dell'Abruzzo - sono pronte «al dialogo, che stanno cercando ma che ancora non trova risposte soddisfacenti. Se questo dialogo non dovesse produrre risultati, l'ultima parola spetterebbe al premier Prodi». «Sono stati avviati incontri con i ministri - ha chiarito Del Turco - che speriamo diano risultati. Se non dovesse accadere, si aprirebbe un problema politico, che il presidente del consiglio Romano Prodi sarebbe chiamato a risolvere». Visco sta lavorando all'ipotesi di attribuire ai Comuni una quota dell'importo di una grande imposta. Sul tavolo ci sarebbero l'Irpef e l'Ires anche se non è stata esclusa l'Iva. L'idea è di sostituire una parte dei trasferimenti che lo Stato fa ai Comuni con una partecipazione alle imposte sui redditi con una parcentuale che verrebbe ritagliata all'interno dell'aliquota che lo Stato applica. Di contro le Regioni chiedono lo sblocco del'addizionale Irpef bloccate da tre anni per effetto delle decisioni dela Finanziaria 2003. L.D.P.