«PIÙ ci si avvicina alla presentazione della finanziaria per il 2007, più emergono i nodi di una manovra difficile.
Il rischio è che prevalgano le visioni del partito della spesa. Cioè di quelle componenti che intendono tutelare uno schema di stato sociale che non è più sostenibile. E che, soprattutto, è costoso e inefficiente». Lo ha detto il presidente della Confagricoltura, Federico Vecchioni. A parere di Confagricoltura, «mentre ci si avvia alla stesura del disegno di legge, sbiadiscono sempre di più i principi, risanamento, equità, sviluppo, con i quali il Dpef aveva sancito i contenuti essenziali della manovra. Tre capisaldi sui quali si era registrato il consenso del Parlamento e delle forze sociali, ma che ora si scontrano con la dura realtà di chi deve individuare i capitoli di spesa meritevoli di intervento. E si cominciano a porre dubbi anche su decisioni che sembravano già acquisite, come il taglio del cuneo fiscale. Una marcia indietro su questo aspetto - ha detto Vecchioni - significherebbe smentire un'altra delle affermazioni del Dpef, e cioè quel ruolo da protagonisti per le imprese, vero motore dell'economia. C'è il rischio, secondo Confagricoltura, di provocare una «deriva» che finirebbe con il vanificare gli impegni presi sul fronte dei contenimento delle spese, privilegiando la più facile strada dell'aumento delle entrate. Il presidente ha rimarcato il fatto che il buon andamento dei conti pubblici è dovuto solo a un incremento del gettito fiscale». «Come confermano i dati del ministero dell'Economia sull'aumento del gettito che nei primi sette mesi del 2006 è cresciuto di ben 24,2 miliardi, il 12,6% rispetto allo stesso periodo del 2005. Da un lato - ha rimarcato Vecchioni - ciò significa che oggi sono cittadini e imprese a sostenere i sacrifici; dall'altro, che rimangono immutate le necessità di intervenire sui grandi capitoli della spesa pubblica: previdenza, sanità, pubblico impiego ed enti locali. Ciò potrebbe consentire al Paese di rispettare gli impegni verso l'Unione europea e riprendere il cammino per la riduzione del debito pubblico, senza intaccare le prospettive di ripresa». Critiche anche dal settore immobiliare. Una delegazione del Coordinamento unitario dei proprietari immobiliari guidata dall'avv. Pazienza, presidente dell'Arpe-Federproprietà ha incontrato il viceministro per le infrastrutture Angelo Capodicasa e gli ha consegnato un documento in cui si chiede un'integrale riforma del sistema della fiscalità gravante sul settore, con l'istituzione di una tassazione delle rendite immobiliari in sede IRE con aliquota inferiore all'annunciato 20%, con ulteriore riduzione per le locazioni a canone concordato, ed inoltre con la sostituzione dell'ICI con un'addizionale sull'IRE per chiamare tutti i cittadini a contribuire alle spese generali dei Comuni.