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Le ipotesi allo studio

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Il ministero del Lavoro non intende rinunciare al risparmio che deriverebbe dal pensionamento anticipato tanto più che gli ultimi dati dell'Inps manifestano una tendenza da parte di chi ha raggiunto i requisiti minimi, a lasciare il lavoro. I tecnici stanno valutando la possibilità di rimodulare le uscite nel 2007 cominciando a chiudere una delle quattro finestre previste (ora sono a gennaio, marzo, luglio e ottobre). La misura sarebbe meno pesante rispetto alle prime ipotesi che puntavano alla chiusura di due delle quattro finestre ma comunque consentirebbe risparmi validi per i conti dell'anno. Le uscite verrebbero fissate ogni quattro mesi piuttosto che ogni tre. In questo modo si avrebbe un meccanismo di uscita dal lavoro più equo rispetto alla chiusura di una sola finestra perchè non ci si limiterebbe a bloccare i lavoratori che raggiungono i requisiti tre mesi prima della finestra che si vuole chiudere ma si farebbero slittare tutti i pensionandi nell'anno per un breve periodo. Nel 2008 invece la situazione dovrebbe restare invariata. Le uscite verso la pensione di anzianità dovrebbero restare due. Secondo la legge Maroni nell'anno aumenteranno sia i requisiti per ottenere l'assegno (60 anni di età a fronte di 35 di contributi per i lavoratori dipendenti, 61 per gli autonomi) sia i mesi entro i quali devono essere raggiunti per ottenere la pensione (adesso per i dipendenti sono tre prima della finestra, diventeranno sei nel 2008). L'ipotesi di risistemare il meccanismo dellepensioni di anzianità ha subito fatto insorgere Comunisti e Rifondazione. Il ministro per la Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, è stato tranchant, definendo «irricevibile» la proposta. «Larga parte di chi ha maturato i diritti per andare in pensione nel 2007 non potrebbe farlo», ha detto, aggiungendo che non si saprebbe poi cosa succede per gli anni successivi, «non avendo modificato lo scalone». Ferrero ha poi affermato che si sta dscutendo sul conferimento del Trf, il trattamento di fine rapporto, all'Inps. L'effetto, ha osservato ancora il ministro, sarebbe positivo perchè l'aumento di risorse per l'Inps «potrebbe essere usata intanto per abbattere il debito e il deficit pubblico» e poi ci sarebbero «risorse significative per fare ad esempio programmi relativi all'edilizia pubblica». Ferrero, ha infatti, sottolineato, il problema casa preannunciando sia un decreto per il blocco degli sfratti mirato a categorie deboli (che potrebbe essere varato in consiglio dei ministri domani) sia la predisposizione di un piano con regioni e comuni in materia di edilizia pubblica. Per il presidente della Commissione Lavoro della Camera, il Comunista Gianni Pagliarini, si tratta di ipotesi «in contrasto con il programma elettorale dell'Unione secondo il quale qualsiasi intervento sulle pensioni non può prescindere dall'eliminazione del cosiddetto scalone introdotto dal governo Berlusconi». Pagliarini poi ribadisce che «la discussione sulle pensioni deve essere tenuta separata dalla Finanziaria. Si tratta di un tema talmente delicato da richiedere un apposito tavolo di confronto tra le parti sociali al fine di giungere a soluzioni condivise a tutela dei lavoratori». Bocciata quindi l'ipotesi di chiudere due finestre di accesso alla pensione per il 2007. «Chi fa una simile proposta intende fare cassa in modo subdolo sulla pelle di chi versa migliaia di euro l'anno per garantirsi un salario differito». L.D.P.

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