Incontro fra Rossi e Calabrò

L'occasione è stata l'audizione dei vertici del gruppo in cui sono stati illustrati i progetti ed è stata ribadita la necessità di trasparenza nell'accesso alla rete fissa: con uno scorporo che l'Autorità vuole seguire passo passo e che potrebbe forse concludersi, ma tra non meno di un anno, con una soluzione sul modello di quella adottata in Gran Bretagna. L'appuntamento era per le 11 nella sede romana dell'Autorità, dove erano attesi il presidente, l'amministratore delegato Riccardo Ruggiero e il responsabile per le relazioni istituzionali Riccardo Perissich, accolti da una folla di giornalisti e operatori tv alla ricerca di qualche dichiarazione. Le bocche, tuttavia, sia in entrata che in uscita sono rimaste rigorosamente cucite e l'informazione sull'audizione, decisa la scorsa settimana dal Consiglio per avere maggiori delucidazioni sul riassetto del gruppo, è stata affidata a un semplice comunicato, in cui veniva tra l'altro sottolineata, dopo il polverone sollevato dal caso, l'importanza di un rapporto «costante» in un clima di «serenità». Il nodo centrale dell'incontro, più che lo scorporo e la possibile cessione di Tim, tema illustrato dall'ad Ruggiero ma sul quale l'Autorità non ha un interesse specifico, è stata la questione dell'accesso alla rete fissa (in sostanza la parte di rete che entra nelle case della maggioranza degli italiani), altro asset che il gruppo si prepara a separare e sul quale l'Autorità non intende mollare la presa. «Per quanto riguarda il miglioramento della trasparenza delle condizioni di accesso alla rete fissa - afferma infatti il comunicato steso al termine della riunione - il Consiglio dell'Autorità e i vertici di Telecom Italia hanno condiviso d'intraprendere un confronto sul percorso da sviluppare, finalizzato, nell'ambito della competenza istituzionale dell'Autorità, ad una modulazione degli impegni e delle condizioni regolamentari, con salvaguardia del contesto concorrenziale». L'ente regolatore, secondo quanto si apprende, in sostanza vuole vederci chiaro su come avverrà la separazione della rete, sviluppando una sorta di grande tavolo con la società in cui verranno condivisi tutti i passaggi tecnici e regolamentari. L'obiettivo è consentire condizioni di massima trasparenza, a tutela della concorrenza e degli utenti: una impostazione, questa, rivendicata dallo stesso Calabrò, che ha ricordato come «gli interventi dell'Autorità sono e saranno ispirati, come sempre, alla tutela della concorrenza e degli utenti, con la massima attenzione per l'evoluzione tecnologica e la convergenza». Il percorso, tuttavia, sarà «complesso e articolato» e «richiederà i tempi necessari». Una volta scorporata la rete secondo i principi condivisi dalla società e dall'ente regolatore, infatti, se dovesse essere scartata l'ipotesi di una vendita, l'unica altra soluzione che sembra profilarsi all'orizzonte è quella adottata in Gran Bretagna, con la creazione di Openreach: la società di proprietà di Bt, ma indipendente da essa, che gestisce la rete e che è guidata da un board di controllo con membri esterni, tra cui figurano componenti dell'Autorità Ofcom. Per arrivare a quel risultato, tuttavia, a Londra sono stati necessari 14 mesi e non sembra che da noi, se questo sarà il percorso scelto, siano ipotizzabili tempi più ristretti.