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«IL GELO con Casini? Siamo a fine estate.

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Ma è una battuta rivelatrice. Che spiega per esempio come i rapporti interni alla Cdl segnano il bel tempo. E a rasserenare il clima c'hanno pensato soprattutto le parole di Pier Ferdinando Casini sabato scorso, ribadite il giorno dopo dal segretario dell'Udc Lorenzo Cesa in quel di Fiuggi. Parole con le quali - anche grazie alla piccola fronda interna maturata durante un pellegrinaggio a Santiago de Compostela - i vertici centristi hanno deciso di rimarcare la loro alleanza con la Cdl. Smentendo, così, eventuali smottamenti verso sinistra. E adesso Fini tende la mano per la ricucitura completa. Con una premessa chiara: «Al Senato di fatto la maggioranza non c'è più. Può sopravvivere con qualche assenza imprevista dei senatori dell'opposizione o, come è accaduto questa mattina (ieri mattina, ndr), attraverso il reclutamento permanente e effettivo di alcuni senatori a vita. Il loro voto può essere determinante in diverse occasioni, ma non lo sarà sempre. Fossi nel governo non ci farei affidamento». «Ricordo - continua Fini - la sicumera con cui la maggioranza fino a pochi giorni fa parlava di allargamento. Ora mi sembra evidente che è si tratta di passato remoto, mentre oggi c'è il fenomeno opposto. Basti pensare a quello che ha detto De Gregorio...». Insomma, è cambiato lo scenario e non è più tempo di divisioni perché l'esecutivo è in grande difficoltà. Parole che trovano conferma anche nell'atteggiamento dell'Udc che ieri in Senato sulla questione Telecom e oggi alla Camera addirittura sul tema «leghista» dell'immigrazione (sugli scudi Gianpiero D'Alia e Carlo Giovanardi), è stata allineata alla Cdl. Ma che il clima sia davvero cambiato si riscontra nelle parole di Sandro Bondi su Marco Follini: «È un arricchimento per tutti noi», arriva a dire il coordinatore di Forza Italia dell'ex segretario dell'Udc che voleva liquidare il Cavaliere. E se qualcuno non crede alle parole del collaboratore di Berlusconi, lo stesso Bondi specifica: «Bisogna discutere e ascoltare le ragioni di tutti. Penso che ci voglia molto rispetto anche per l'opinione di Follini», che è «un arricchimento per tutti noi». Ma nel centrodestra è tutto un complimento reciproco: «Casini? È una risorsa, mica un problema», giura Ignazio La Russa (An). E se qualche mese fa il Transatlantico era stato il teatro di un clamoroso battibecco pubblico tra il leader dei centristi e Berlusconi, ora Paolo Bonaiuti, portavoce dell'ex premier, sempre nella sala che precede l'aula di Montecitorio saluta a gran voce «Pier». Poi s'accorge che i cronisti lo guardano con una certa sorpresa e fa spallucce: «Che c'è? È un amico». Unica voce fuori dal coro resta quella, come al solito, quella dei leghisti. Che evidentemente non si sono ancora resi conto di quello che sta accadendo nel centrodestra, della compattezza ritrovata, del clima mieloso che si respira nell'opposizione: «Io spero che Berlusconi, che in questo momento è un po' distratto dagli affari, torni a occuparsi di politica», spara Roberto Maroni. Ma è sicuro? Certo, l'impegno dell'ex premier è necessario, aggiunge Maroni, perché altrimenti «la Cdl rischia di scomparire. E Berlusconi? È sulla via di Roma, sta tornando nella capitale. Tra una tracheite e un ballo in discoteca in Sardegna s'era ripromesso di impegnarsi per risistemare la coalizione. E con l'aiuto degli scivoloni di Prodi si ritrova la coalizione che torna salda. Ora una riunione, un vertice dell'opposizione sembra ancora più vicino. È possibile che si svolga in settimana o, più probabilmente, la prossima. Servirà soprattutto per studiare iniziative comuni in vista della Finanziaria. Ma è anche chiaro che Berlusconi vuole sfruttare l'atmosfera positiva ritrovata per rilanciare la federazione della Cdl. prima di lanciare il partito unico del centrodestra. F. D. O.

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