di LAURA DELLA PASQUA È BRACCIO di ferro sul fisco tra Rifondazione e Comunisti da un lato e i Ds e Margherita dall'altra.
Sul fronte sanità si discute di ticket, legati al reddito, per la degenza ospedaliera, per le prestazioni prenotate alle quali non ci si presenta e per gli interventi di pronto soccorso che non hanno il carattere dell'urgenza. Intanto il governo è alle prese con un nuovo fronte, quello dei rimborsi per le detrazioni Iva sulle auto aziendali, dopo il pronunciamento della Corte di giustizia Ue. Un fardello da una dozzina di miliardi di euro, parte dei quali potrebbe pesare già sulla legge di bilancio che dovrebbe essere presentata a fine mese. A rilanciare questo pacchetto di misure ieri è stato il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero di Rifondazione. Dal viceministro dell'Economia Vincenzo Visco vengono invece segnali di maggior cautela. Per Ferrero la reintroduzione della tassa di successione è un dato acquisito. «Riguarderà soltanto il 5-6% delle persone e non la totalità delle famiglie» ha spiegato Ferrero sottolineando che la soglia sarà maggiore di quella di prima e legata all'aumento dei prezzi del mercato immobiliare. Ferrero ha affermato che si vuole cambiare il secondo modulo della riforma Tremonti e spalmare la cifra che ne viene fuori pari a 5-6 miliardi, per rimodulare le aliquote per i redditi dai 40 ai 50 mila euro in giù in modo da determinare una riduzione del carico fiscale, «in particolare dei redditi medio bassi» sotto i 7.000 euro. La Finanziaria conterrà anche una grande infornata di precari nella pubblica amministrazione e come annunciato dal ministro per le Riforme e l'innovazione, Luigi Nicolais lo sblocco delle assunzioni. Ci saranno anche risorse per i nuovi contratti. Il ministro del Lavoro Damiano ha allo studio la creazione di un fondo per la regolarizzazione contributiva dei lavoratori a progetto che diventano lavoratori subordinati. Per il pregresso ci sarà un intervento di un terzo a carico dele imprese e di due terzi a carico dell'Inps. Il motivo per cui i Ds vogliono andarci cauti con le riforme fiscali è che si è aperto il problema della restituzione delle detrazioni Iva sulle auto aziendali, come richiesto dalla Corte di Giustizia europea. Il costo potrebbe ammontare a oltre 3 miliardi di euro per ciascuno dei 4 anni. Il sottosegretario Grandi non nasconde le sue preoccupazioni: «La situazione dal punto di vista del bilancio è preoccupante». In questo caso è facile prevedere che la manovra potrebbe tornare a lievitare. Visco ha parlato anche di dismissioni immobiliari col contagocce. Il patrimonio sarà valorizzato con il sistema delle concessioni.