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Nigi: «Non convince la politica antievasione»

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Il tempo degli annunzi mediatici estivi è finalmente finito, le contraddizioni e i dissensi nel laboratorio governativo permangono, le colazioni riservate di Palazzo Chigi, si presume, finiranno presto, la concertazione ufficiale quella seria e trasparente con tutte le parti sociali, nessuna esclusa, non parte, la Legge Finanziaria non viene alla luce, neanche nella sua struttura portante, se si esclude la dimensione dell'intervento finanziario di 30 miliardi di euro». L'attacco viene dal segretario generale della Confsal Marco Paolo Nigi. Nigi sottolinea che «la politica delle entrate non è orientata decisamente su una seria e serrata lotta all'evasione e all'elusione e non si concretizza con strategie e chiare scelte fiscali. La politica della spesa non trova consenso e convergenze neanche a livello di aree d'intervento (servizi pubblici essenziali, Pubblica Amministrazione, sistema previdenziale, ecc.)». A questo si aggiunge che «il Governo manifesta almeno due anime politiche, quella rigorista, informata al primato del risanamento dei conti, e quella solidarista, più attenta alla sostenibilità sociale e, pertanto, il dibattito stenta a produrre orientamenti e scelte concrete». Il segretario generale quindi sottolinea che «non è tempo di spalmatori e non è tempo di rigoristi, al contrario è tempo di scelte concrete ed eque assunte con responsabilità politica e sensibilità sociale e con metodo democratico e partecipativo. L'equità e la giustizia sociale non possono rimanere sulla carta e il Dpef non può essere dimenticato a distanza di poche giorni dalla sua approvazione».

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