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Il retroscena

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La notizia che Romano Prodi ha deciso di presentarsi in Aula per riferire sulla vicenda Telecom ha colto di sorpresa un po' tutti. Non è chiaro perché il Professore abbia deciso di fare marcia indietro dopo il «siamo matti?» urlato con stizza da Shangai. Fatto sta che erano in molti a preferire la soluzione Gentiloni. «Un ministro tecnico - commenta un altro deputato - avrebbe permesso al governo di spostare l'attenzione sulla politica industriale del governo uscendo finalmente dal balletto delle polemiche politiche». Ma così non è stato. Prodi ha deciso di difendersi da solo e la preoccupazione è aumentata. All'interno dell'Unione, infatti, è ormai opinione comune che l'intera vicenda sia stata gestita male dal premier e dal suo staff. Dalla dichiarazione di Frascati («sono sorpreso non ne sapevo niente») al piano-Rovati è stato un susseguirsi scientifico di errori. Va da sè che, con queste premesse, la domanda che circola all'interno della maggioranza sia una sola: «Cosa dirà adesso in Aula?» Il dibattito, infatti, si preannuncia infuocato e, il premier non può più sbagliare. «Tra l'altro - dice un deputato Ds - le dimissioni di Rovati dopo un lungo tira e molla non sono state un ottimo segnale. C'è un clima generale di sfiducia perché, se Rovati ha sbagliato, sono in molti a pensare che l'abbia fatto con il beneplacito del premier. Speriamo bene». È forse presagendo questa tensione all'interno della coalizione di governo che la Cdl ha già fatto sapere che chiederà la diretta televisiva del dibattito. «Senz'altro sì», è stata la risposta del portavoce del Cavaliere Paolo Bonaiuti a chi gli chiedeva se l'opposizione si muoverò in tal senso. Dopotutto è convinzione comune all'interno della Cdl che, se Prodi decide di gestire in proprio anche questa partita, potrebbe incorrere nell'ennesimo errore. Se poi in Aula a incalzarlo ci saranno tutti i leader dell'opposizione le probabilità potrebbero aumentare. E un errore in diretta televisiva, si sa, non è una cosa da poco. Soprattutto nella percezione degli elettori. N. I.

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