Boom delle entrate in sei mesi +12,6%
Nei primi sette mesi dell'anno il gettito è salito del 12,6% arrivando a quota 216.917 milioni. Rispetto allo stesso periodo del 2005 c'è stato un incremento di 24,2 miliardi. Per le imposte dirette il gettito è stato di 119.400 milioni (+16.721 milioni, pari a +16,3%) mentre per le imposte indirette è risultato invece di 97.517 milioni (+7.493 milioni, pari a +8,3%). Rilevanti anche le entrate degli enti locali pari a 21.993 milioni (+1.226 milioni, pari a +5,9%). Questo ennesimo risultato positivo per il fisco offre un'occasione ulteriore alla sinistra radicale per reclamare una Finanziaria più soft e soprattutto senza interventi su pensioni e sanità. Così il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli incalza: «Le pensioni dovrebbero rimanere fuori dalla Finanziaria che dovrà essere innovativa e segnare una chiara discontinuità rispetto a quelle della Cdl». E Gennaro Migliore, presidente dei deputati di Rifondazione si associa: «Si stralci il capitolo delle pensioni dalla Finanziaria senza anticipare nulla, anche perchè la discussione deve avvenire con le parti sociali su tutta la materia e, di certo, non sarà breve». Ma ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta e il ministro del Lavoro Cesare Damiano hanno lanciato messaggi di segno contrario. Letta ha detto che «il rigore serve per evitare un declassamento da parte delle agenzie di rating». Il ministro Damiano ha ribadito che la Finanziaria conterrà misure nel settore previdenziale «Ci saranno anticipazioni in Finanziaria, fermo restando che un discorso strutturale sarà posto successivamente». Tra queste anticipazioni, vi potrebbe essere la chiusura di due delle quattro finestre per le pensioni. «Ne stiamo discutendo» ha spiegato il ministro. Discussione aperta, secondo damiano, anche sulla possibilità di estendere i benefici del taglio del cuneo fiscale a banche e assicurazioni. «Il primo criterio è quello del lavoro a tempo indeterminato, per quanto riguarda i settori, ne stiamo discutendo». Per ostacolare il lavoro precario ci saranno anche misure per limitarne l'utilizzo nelle amministrazioni pubbliche. Nella manovra verrà stabilito, secondo indiscrezioni, che il personale a tempo determinato possa essere utilizzato con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa nel limite del 40% della spesa sostenuta per le stesse finalità nell'anno 2003. L'ultima finanziaria fissava invece al 60% il limite consentito. La norma realizzerebbe l'intenzione del governo di diminuire il lavoro precario a favore dell'occupazione a tempo indeterminato. Per la scuola e le istituzioni di alta formazione, specializzazione artistica e musicale restano valide le disposizioni di settore. Il mancato rispetto dei limiti costituisce, secondo la legge, illecito disciplinare e determina responsabilità erariale. Intanto ieri si sono riuniti gli esecutivi di Cgil, Cisl e Uil che hanno messo a punto un documento con le richieste e lo hanno inviato a Prodi e ai presidenti di Camera e Senato.