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Fini: non se la può cavare con una battuta

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Ad aprire il fuoco sul premier ieri è stato il presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini che di rimando alle parole di Berlusconi ha detto in modo caustico: «Prodi non può cavarsela con un'alzata di spalle e con una battuta, dicendo che non verrà in Parlamento perchè si tratta solo di pettegolezzi. Il presidente del Consiglio deve sentire il dovere di riferire in Parlamento». E poi: «Mi domando cosa sarebbe successo se questa vicenda fosse scoppiata con noi al governo...». Gasparri di An punta l'indice su quell che sarebbero a suo avviso le vere intenzioni del premier. «È evidente che la sinistra non vuole solo espropriare le società di telecomunicazioni, ma vuole mettere le mani sulle televisioni possedute da Tronchetti e sulle quote della Rcs». «C'è un tentativo di esproprio proletario - attacca l'esponente del partito di Fini - concepito a Palazzo Chigi, affidato per l'esecuzione a Rossi, da sventare trascinando in Parlamento e nelle aule di giustizia un governo pericoloso che vuole rapinare imprese screditando l'Italia nel mondo. Questo è il vero conflitto di interesse che meriterebbe le manette». Il presidente dei senatori di An Altero Matteoli, annuncia che martedì al vertice dei capigruppo, chiederà al presidente di Palazzo Madama Franco Marini di mettere al primo punto all'ordine del giorno l'intervento di Prodi. Incalza il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani. «Prodi ha il dovere politico di venire in Parlamento, non può e non deve sottrarsi, non abbia paura delle Camere». «È ora di fare chiarezza» afferma Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc. «Aumentano le nostre preoccupazioni: troppe ombre e troppe confusioni. Prodi ha assunto una posizione arrogante e irrispettosa nei confronti del Parlamento, dei lavoratori dell'azienda e dei cittadini italiani». In una dichiarazione congiunta, il coordinatore e il vice di Forza Italia, Bondi e Cicchitto, chiedono la «costituzione al più presto di una commissione parlamentare d'inchiesta per far luce sulle posizioni assunte dal premier nella vicenda Telecom». Osvaldo Napoli di FI invita a riflettere su una frase di Tronchetti Provera quando dice che «Non è possibile vivere in un Paese dove il presidente del Consiglio dice una cosa e ne fa un'altrà. È una frase - afferma Napoli - che sintetizza tutte le difficoltà in cui il centrosinistra ha cacciato il Paese. C'è la longa manus del governo, e quindi dello Stato, che ha ripreso a guidare i processi dell'economia, e della finanza, ma senza uno straccio di idea della politica industriale». Il segretario del Pri Francesco Nucara parla di comportamento «indecente» del premier per la «sfrontatezza con cui disattende l'esigenza di un chiarimento parlamentare». «Considerando il ruolo svolto da collaboratori personali dal presidente del Consiglio, oltre che dallo stesso premier - aggiunge - appare incredibile pensare di potersi sbarazzare come se niente fosse di questioni, che per responsabilità stessa del presidente del Consiglio, sono oramai di dominio pubblico, oltre che di rilevante interesse economico finanziario». Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini si dice «allibito a sentire la frase di Prodi: non è da matti andare in Parlamento, è da matti non andarci su una vicenda di questo tipo». «È grave che il governo non capisca la richiesta dell'opposizione di andare in Parlamento, e infatti i suoi alleati l'hanno smentito. A cominciare dal presidente della Camera». Per Casini «ci deve essere un dibattito parlamentare e chiarezza deve essere fatta. Se quello che accade in questi giorni fosse accaduto con Berlusconi, avremmo avuto le manifestazioni di piazza».

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