Il cda accetta le dimissioni «irrevocabili»
Al suo posto entra l'avvocato Guido Rossi
Quella più eccellente, il presidente del gruppo telefonico, Marco Tronchetti Provera, che ieri in serata ha rassegnato le sue dimissioni nel corso di un consiglio di amministrazione straordinario. Le redini della società passano a Guido Rossi, attuale presidente della Figc del dopo Calciopoli. Un cavallo di ritorno nell'ex monopolista e che dovrebbe rappresentare, nelle intenzioni dei consiglieri, una figura di garanzia in un momento in cui sono ancora troppe le nubi sul destino della società dopo la presentazione del piano di riassetto. E dopo le polemiche politiche che hanno seguito la divulgazione dello schema per un possibile scorporo della rete fissa dell'operatore e del suo acquisto da parte dello Stato con l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti. Eventi che dal punto di vista dell'azienda rappresentavano solo gli scricchiolii di quello che si preannuncia, ora, come un vero e proprio terremoto. Sì perché ora nella società sono in molti a temere un effetto a catena dell'addio di Tronchetti che, secondo le prime ricostruzioni, ha molto poco di consensuale. A far capire il clima che si respirava in casa Tronchetti ieri mattina, momento in cui il manager ha cominciato a covare l'intenzione di gettare la spugna, sono le sue dichiarazioni riportate ieri sul sito Dagospia: «Non voglio entrare in questo Far West chiamato Italia, se vogliono le sparatorie, se le facciano con qualcun altro». Parole incandescenti che testimoniano l'evidente tracollo di Tronchetti Provera dopo i ripetuti attacchi di questi giorni da parte del Governo. In parte la sua decisione è figlia del conflitto di interessi che si era venuta a creare con il Professore e il suo staff. L'esecutivo, infatti, continua a restare titolare della concessione pubblica su cui la compagnia ha costruito il suo business. E i recenti screzi con Palazzo Chigi avrebbero potuto incrinare a tal punto i rapporti da far temere ai vertici della società possibili ritorsioni politiche con evidenti riflessi sul conto aziendale. «Lascio per salvaguardare l'interesse di azienda e azionisti a proseguire nella gestione in continuità con l'indirizzo strategico individuato dal consiglio» ha spiegato Tronchetti in una nota emessa dopo il cda. Un passo indietro, insomma, maturato anche per salvaguardare il business futuro. E un invito subito raccolto da Rossi «ha confermato l'intenzione di svolgere il proprio mandato proseguendo nella realizzazione delle operazioni comunicate al mercato». Il neopresidente avrà al suo fianco l'ad Carlo Buora, che eredita i poteri di Tronchetti Provera, da Gilberto Benetton confermato vicepresidente e dall'ad Riccardo Ruggero. Ma in tutta questa storia continuano a esserci punti troppo oscuri. Troppo si è parlato l'estate scorsa del caso delle intercettazioni illegali che avrebbero coinvolto uomini dell'organigramma di Telecom. Molte le illazioni e le accuse che non hanno stimolato però un grosso attivismo da parte della magistratura. Anche perché molto spesso i processi si sono fatti sulle pagine dei quotidiani attraverso i tabulati telefonici piuttosto che nelle aule giudiziarie. L'impasse di oggi di Telecom Italia parte anche da lì. E forse a cominciare da ora la matassa potrebbe sbrogliarsi. Solo in questi giorni, infatti, la Procura di Roma sta valutando le notizie diffuse sulla stampa anche in relazione ad eventuali iniziative che la Consob potrebbe assumere sulla possibile cessione delle rete di telefonia mobile (Tim) da parte della Telecom. A portare ordine in casa arriva adesso l'avvocato Guido Rossi. Dovrà fare presto perché il mercato non aspetta. Ieri in serata a Wall Street, dove Telecom è quotata, il titolo ha perso il 2,3%.