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Un sì bipartisan alla missione in Libano

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La riunione delle commissioni Esteri e Difesa della Camera si è conclusa con un sì bipartisan: tutti a favore, compresi i deputati di FI e An, con l'unica astensione della Lega. «È una buona notizia», ha subito commentato il capo dello Stato Giorgio Napolitano. «Mi pare soprattutto che si sia compresa l'esigenza nazionale e che si sia, con questo voto, tutelato l'interesse nazionale. Mi complimento con la maggioranza e l'opposizione». Forza Italia e An, dunque, hanno raccolto gli appelli alla ragionevolezza venuti dal Quirinale. L'ultimo, da Bari, a poche ore dal voto di Montecitorio. Può cantare vittoria il leader dell'Udc Casini, sin dal primo momento fautore del voto bipartisan e per questo duramente criticato dagli alleati. Ora Casini è soddisfatto della marcia indietro di FI e An: «Sono contento di questo sì dell'opposizione: un voto importante perchè espresso nell'interesse dell'Italia e degli italiani e non a favore di Prodi e D'Alema. Sono convinto che la demagogia, il populismo e l'avventurismo non possano far parte del patrimonio di una grande opposizione che si prepara a governare il Paese». Ma la telenovela sul voto parlamentare sulla missione non è ancora finita. Il provvedimento, entro la fine del mese, dovrà essere approvato dall'aula di Montecitorio. È difficile, però, immaginare che FI e An possano cambiare atteggiamento. Ignazio La Russa, capogruppo di An, spiega che la decisione di votare sì in commissione rappresenta «un'apertura di credito» verso la maggioranza. Il sì in aula, sottolinea, è ora subordinato al riconoscimento da parte dell'Unione del carattere umanitario e di pace delle missioni in Iraq e in Afghanistan, volute dal governo Berlusconi. Più tirato il capogruppo di FI Elio Vito: «Il nostro è un sì alla politica internazionale, non alla politica del governo Prodi». Il leghista Roberto Maroni critica la scelta dei suoi alleati: «Avrebbero dovuto astenersi anche loro». Nel campo del centrosinistra i commenti sono tutti positivi. Per Romano Prodi, in visita ufficiale in Cina non è possibile negare la soddisfazione. «Si è riconosciuto - ha detto il premier - il lavoro fatto dall'Italia e si è unanimemente riconosciuto che è stato fatto per la pace e in un ambito multilaterale». Il ministro della Difesa Arturo Parisi sostiene: «La saggezza ha prevalso. I nostri soldati hanno il diritto di sentire che dietro di loro il paese è unito». Anche il segretario dei Ds Piero Fassino plaude alla scelta del centrodestra e parla di decisione «saggia e giusta».

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