Il consigliere di Prodi autore del piano di vendita si accolla ogni responsabilità: «Ho fatto tutto io»
E, ironia della sorte, a mancare è stata proprio una giusta linea di comunicazione tra il Presidente del Consiglio, Romano Prodi e i suoi collaboratori. Sì perché nella storia del piano per vendere la rete fissa di Telecom Italia allo Stato attraverso l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti, uno schema messo a punto da Angelo Rovati, consigliere politico-economico del Professore, qualcosa non quadra. Le ipotesi sono due. O Prodi ha perso il controllo dei suoi collaboratori, che scrivono ed elaborano piani sulla carta intestata della Presidenza del Consiglio senza informare il loro superiore. Oppure in quanto responsabile di tutti gli affari, e anche di quelli economici e finanziari, il capo dell'esecutivo era a conoscenza di quanto Rovati stava mettendo a punto. Ipotesi quest'ultima smentita, però, dallo stesso Rovati che ieri con una dichiarazione ufficiale ha discolpato il premier. «La responsabilità di questo studio artigianale è solo ed esclusivamente mia. Neanche Prodi, che conosce solo a grandi linee i problemi di Telecom, lo ha analizzato», ha precisato Rovati, riferendo di aver fatto conoscere questo studio al presidente di Telecom e ricordando di avergli detto «che lo avevamo solo io e lui». Una dichiarazione che rimette in pista la prima ipotesi. E cioè che a Palazzo Chigi le teste che decidono sono molte e non sempre la mano destra sa cosa fa quella sinistra. Una situazione complicata che tra le tante dichirazioni può essere esemplificata con quanto espreso dal presidente dei senatori della Lega Nord, Roberto Castelli che ha detto: «Prodi è un bugiardo, oppure è un pollo». «Se le cose stanno così, se Prodi ha un consigliere economico che porta avanti un piano di tale portata e non glielo comunica spiega l'ex Guardasigilli il Presidente del Consiglio fa la figura del pollo, altrimenti la spiegazione è che Prodi era al corrente del piano del suo fidato consigliere e, allora, ci deve spiegare quali sono i retroscena e perchè ha fatto la sceneggiata, addirittura arrabbiandosi, per non essere stato informato da Tronchetti». Eppure la difesa di Rovati non fa una piega. Il consigliere ha detto di aver analizzato la situazione di Telecom e di aver prodotto uno studio «molto artigianale» assieme a un amico che si occupa di telecomunicazioni (dunque nessun dossier commissionato a Goldman Sachs) e di averlo in seguito inviato a Tronchetti Provera. «Lo avevamo solo io e lui», ha aggiunto. Il numero uno di Telecom in un ulteriore colloquio, secondo la la ricostruzione, ha detto di apprezzare lo studio, ma di non averne condiviso diverse parti. La storia sembra finire lì. «Ora - si sfoga Rovati - me lo ritrovo pubblicato interamente su due quotidiani. Da qui nasce un polverone abbastanza indegno che serve a strumentalizzare per altri fini un'idea molto artigianale». Il consigliere di Prodi allora si è difeso e ha spiegato di aver inviato quel piano perché «come cittadino e come utente, la cosa che mi sta a cuore è che la rete pubblica sia tutelata da possibili incursioni». «Se avessi avuto intenti coercitivi o se fossi la pedina di un complotto sarebbe stato da stupido o da cretino mandare lo studio al diretto interessato. Non ho intenzione di condizionare nessuno». Ma soprattutto Rovati ribadisce l'estraneità di Prodi e assicura: «Io solo ero informato, Palazzo Chigi non conosceva questo dossier». Infine, il dispiacere, che neppure l'atteggiamento o l'espressione riescono a nascondere, per l'intera vicenda: «Mi dispiace che questa roba qui, che è una buffonata, sia stata strumentalizzata per altri obiettivi». Insomma tutta una montatura. O forse solo il tentativo di Prodi di uscire dalle secche del dossier Telecom sacrificando uno dei suoi collaboratori. Non finirà, però, così facilmente. Mentre i toni della polemica si fanno sempre più alti, l'Authority per le Telecomunicazioni ha deciso di ascoltare i vertici di Telecom Italia per la prossima settimana. Il presidente delle autorità per le Tlc, Corrado Calabrò, ha definito