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«E ora riformuliamo l'accordo del '93»

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Il ministro Padoa Schioppa chiede un nuovo patto tra imprese e lavoratori per rilanciare la crescita

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Imprese e sindacati si sono dette disponibili a confrontarsi ma hanno chiesto al Governo politiche coerenti con questa posizione già nella Finanziaria. E lo scoglio nel confronto potrebbe essere il modello contrattuale: il protocollo del luglio 1993 affrontava contemporaneamente le questioni legate alla politica dei redditi (con impegni del Governo su fisco, concorrenza e prezzi) e quelle degli assetti contrattuali. Di revisione del modello contrattuale si è parlato più volte negli ultimi anni ma la discussione si è sempre arenata di fronte alle divisioni emerese tra imprese e sindacati e all'interno delle stesse organizzazioni dei lavoratori. La questione potrebbe restare di difficile soluzione perchè a differenza del 1993 questa volta il Governo sembra puntare a stare fuori dalla discussione sugli assetti contrattuali. «Il protocollo del 1993 - ha detto il ministro del Lavoro Cesare Damiano - è complesso, si parla di politica dei redditi ma anche di sviluppo e modello contrattuale. Ci sono punti attuali e punti che vanno rivisti, sul modello contrattuale è decisivo l'impulso delle parti sociali anche se il Governo è pronto a fare la sua parte». La discussione tra Governo e parti sociali quindi si concentrerà sulla politica dei redditi. Con l'obiettivo questa volta non tanto del risanamento e della lotta all'inflazione quanto della crescita economica, della competitività delle aziende e del rilancio delle retribuzioni. Lo stallo della produttività del nostro sistema economico infatti, secondo Padoa-Schioppa - non è stato dovuto all'aumento dei redditi da lavoro ma piuttosto a problemi nel sistema delle imprese. Un'accusa che è stata immediatamente rispedita al mittente dalla Confindustria che con il direttore generale, Maurizio Beretta ha replicato che le imprese La manovra finanziaria deve guardare ai tagli di spesa piuttosto che all'aumento della pressione fiscale», dice ancora Beretta che non si tira indietro rispetto alla sollecitazione arrivataglia da Paoda Schioppa sul ruolo delle imprese ma precisa: «Siamo pronti a fare la nostra parte ma lo stallo della produttività dipende anche da latri fattori mentre i dati dei primi mesi del 2006 registrano come la ripresina sia stata tirata dalla produzione industriale e dalle esportazioni. Il che dimostra che le aziende fanno il loro mestiere, innovano e investono». Tutti d'accordo comunque, imprese e sindacati, sulla necessità di rivedere il protocollo del 1993 anche se mentre le aziende chiedono si agisca nella direzione del miglioramento della competitività, a partire dalla riduzione del cuneo fiscale soprattutto a favore delle imprese, i sindacati chiedono un impegno sulla rivalutazione dei salari e delle pensioni Secondo Cgil, Cisl e Uil infatti sono stati proprio i redditi da lavoro quelli che hanno subito la maggiore erosione del potere d'acquisto mentre le rendite e il lavoro autonomo in questi anni hanno accumulato vantaggi. Per la Cgil la nuova politica dei redditi deve sostenere i salari e le pensioni, come quella del 1993 puntò sul risanamento. «Il giudizio sulla Finanziaria - ha detto il segretario generale Guglielmo Epifani - sarà fondamentale per sederci intorno a un tavolo per vedere se la nuova politica dei redditi può avere, come spero, un suo sviluppo». La Cisl con il numero uno Raffaele Bonanni ha chiesto di puntare sulla crescita dei salari e su una politica a favore delle famiglie mentre la Uil con il segretario generale Luigi Angeletti ha avvertito che la «stella polare del Governo» dovrà essere quella di aumentare i salari e la produttività.

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