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Mastella: faremo tutto contro lo stallo

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Il Guardasigilli fiducioso. Castelli: la magistratura rivuole il potere su parlamento e governo

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Il ministro dela Giustizia, Clemente Mastella, risponde subito all'allarme lanciato dal vice presidente del Csm, Nicola Mancino, che aveva parlato al telefono con il Guardasigilli, ieri mattina, per anticipargli il senso del suo intervento. Parlando durante la visita al palazzo di Giustizia di Pesaro, Mastella ha detto: «Lo faremo cercando anche la sintonia con i laici del Csm», perché «il funzionamento della giustizia deve interessare tutti». «Ora - ha detto ancora a proposito della riforma - rispetto alle incertezze iniziali sappiamo di poter contare su una maggioranza più sicura». Mastella ha definito «apprezzabile» l'intervento di Mancino e si è detto fiducioso circa l'iter del disegno di legge che modifica la riforma dell'ordinamento giudiziario approvata nella precedente legislatura. L'intervento di Mancino ha ottenuto il consenso di molti, compreso quello dei tre consiglieri laici espressione della Cdl e che lascia le cose come stanno. Saranno i senatori a decidere se, e per quanto tempo, bloccare la riforma. La presa di posizione di Mancino, viene approvata da buona parte del governo perché, fra l'altro, sembra allontanare quello sciopero minacciato dai magistrati contro le lentezze del ministro e della maggioranza nel far procedere al Senato l'iter del disegno di legge di sospensione. «Apprezzo l'approccio equilibrato di Mancino, ma non credo ci siano le condizioni per sospendere la riforma dell'ordinamento giudiziario approvata nella scorsa legislatura» ha dichiarato il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli. Picchia duro invece l'ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli per il quale la magistratura rivuole il potere sulla politica. «Oggi la magistratura deve ripristinare il suo potere sul Parlamento e sull'Esecutivo. La mia legge non c'entra» ha detto Castelli. «Mancino dovrebbe dire perché il Csm è paralizzato. Mi venga detto un danno concreto fatto dalla mia legge. Io vedo invece che i veri danni, in questo momento - sostiene Castelli - sono causati dal decreto Bersani che ha di fatto paralizzato gli uffici giudiziari perché ha fatto mancare i fondi ai tribunali italiani». Per Giuseppe Consolo, capogruppo di An in Commissione giustizia alla Camera «l'appello di Mancino è tardivo con la legge sulla riforma dell'ordinamento giudiziario ormai pronta a partire». Invece, per il deputato dell'Ulivo, Franco Monaco: «si deve subito raccogliere l'appello di Mancino per cambiare i contenuti della riforma Castelli. Per Monaco «l'equilibrio di Mancino, universalmente riconosciuto, e la misura delle sue parole non devono trarre in inganno. Essi semmai conferiscono ancor più peso alla sostanza delle sue parole, alla sua preoccupazione e al suo allarme circa il rischio di paralisi del Csm». L'equilibrio di Mancino è apprezzato anche da Luigi Vitali(FI), vice presidente della Commissione Giustizia della Camera «nel merito, però - sostiene Vitali - non è possibile procedere al congelamento in blocco della riforma che è ormai legge dello Stato è pertanto operativa a tutti gli effetti».

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