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Il responsabile informazione dei Ds, Morri «L'immobilismo avrebbe creato guai a tutti»

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Non ne esiste un altro. La scelta appartiene al Consiglio d'amministrazione. E, se alcuni esponenti di partiti che fanno parte della maggioranza dicono questo, lo fanno soltanto per avere spazio sui giornali. La nomina di Gianni Riotta alla direzione del Tg1 è una buona notizia. Si tratta di una professionalità indiscussa e autonoma che potrà garantire nuova autorevolezza al primo telegiornale italiano. E gli faccio i migliori auguri di buon lavoro». Fabrizio Morri, responsabile informazione dei Democratici di Sinistra, difende l'operato del Cda Rai e critica duramente l'atteggiamento di alcuni alleati dell'Ulivo. I Verdi e l'Italia dei Valori dicono che Riotta va bene, ma il metodo seguito per nominarlo è sbagliato... «Non esiste altro metodo oltre alla scelta del Cda. Queste dichiarazioni sono fuffa per avere spazio sui media. L'unico metodo, lo ribadisco, è lasciar lavorare il consiglio d'amministrazione. Certo se non si fosse riuscito a raggiungere alcun risultato, allora sarebbe stato lecito pensare ad altre strade». In questi giorni la sinistra radicale e l'opposione sono stati «uniti» nell'accusare la maggioranza di puntare a una lottizzazione. È così? «Assolutamente no. E non si possono fare dichiarazioni contro le lottizzazioni e poi dire che il metodo della scelta del Cda è sbagliato. Non si possono far pagare all'azienda le paturnie della politica. E nessuno può dire che le nomine di Riotta e Braccialarghe siano frutto di lottizzazioni. Nei Paesi civili le nomine le fa l'organo a cui la legge affida questo compito. E la maggioranza del Cda è stata d'accordo sui nomi, a parte il consigliere leghista Giovanna Bianchi Clerici, che deve far pagare a Forza Italia il fatto che il suo partito non ha avuto posti in Commissione di vigilanza». Mauro Fabris, capogruppo alla Camera dell'Udeur, altro vostro alleato di governo, dice che queste «scelte» sono il risultato di una trattativa fra Ulivo, cioè Margherita e Ds, e la Casa delle libertà. E aggiunge che il Campanile farà opposizione in Vigilanza. Il suo commento? «Sono senza parole. In Vigilanza ci vado anch'io. Gli risponderò lì. Glielo ribadisco: non so di che cosa parlano. Anche se posso capire che i partiti più piccoli hanno bisogno di visibilità e quindi è diventato uno sport dire che l'Ulivo fa trattative invece mai avvenute». Pensava che si sarebbe arrivati alle nomine con questa seduta del Consiglio? «Lo speravo. Però temevo che non ce l'avrebbero fatta così presto». E se non fosse avvenuto? «Si sarebbe aperto un problema politico. Anche per il direttore generale della Rai sarebbe stata una questione spinosa. Forse Cappon avrebbe mollato tutto, visto che dopo essere stato votato da otto consiglieri, tra l'altro con l'approvazione del governo, gli impedivano di fare il suo lavoro. Lo stesso presidente Petruccioli si sarebbe trovato in una posizione imbarazzante. Infine, sarebbe stata messa in dubbio la possibilità per questo Cda di restare in carica». C'è chi dice che in questa «partita» i Ds ci abbiano rimesso. Riotta, infatti, viene considerato molto vicino a Prodi... «È assurdo. Potremmo rivoltare la frittata è dire che i Ds hanno vinto perché il direttore del Tg1 è cambiato...Ma io non ho mai pensato che il direttore del Tg1 debba essere legato a un partito. Sono contento che Riotta non lo sia e che possa restituire credibilità al giornale e alla Rai». Che cosa crede accadrà adesso? «Credo che Cappon abbia in mente un percorso che prevede altri cambiamenti per rilanciare l'azienda. E spero che il dg abbia dalla sua la maggioranza del Cda. Con il contributo del centrodestra, che ha votato a favore di Riotta e Braccialarghe». Perché la Cdl ha votato così, secondo lei? «Si rendono conto che qualcosa deve cambiare e sanno che il centrosinistra non ha intenzione di fare epurazioni, a differenza di quello che hanno fatto loro...». Che cosa deve cambiare? «Non si può pretendere che il 90 per cento dei posti di comando siano in mano a persone nominate dal centrodestra.

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