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Il premier rivela: Tronchetti Provera gli assicurò che il controllo sarebbe rimasto italiano

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Un'altra giornata in cui il premier è sotto tiro dopo che ripetutamente ha smentito di essere stato informato da Tronchetti Provera sullo scorporo di Tim. Un «non sapevo» che si è tirato dietro l'incredulità del mondo finanziario e un editoriale critico del Sole 24Ore. Così ieri il premier ha fatto diramare da Palazzo Chigi una nota in cui ribadisce l'assoluta estraneità all'operazione rivelando di aver avuto due colloqui, il 19 luglio e il 2 settembre, con il numero uno della Telecom nei quali gli fu illustrato ben altro: ovvero il progetto di ingresso di Murdoch nel capitale di Telecom attraverso il conferimento di Sky Italia o in alternativa di Time Warner e di General Electric e l'assicurazione che comunque il controllo sarebbe rimasto in mani italiane. Tronchetti Provera aveva garantito che questa «condizione irrinunciabile» per l'accordo era stata già comunicata alla controparte. Inoltre il presidente di Telecom prospettava per il gruppo «un rafforzamento finanziario e patrimoniale con la dismissione della partecipata telecom Brasile dalla quale avrebbe potuto ottenere risorse pari a 7-9 miliardi. Nella nota si precisa che «Tronchetti non ha fatto in alcun momento riferimento al processo di riorganizzazione societaria approvata l'11 settembre scorso». L'accordo con Murdoch consisteva nell'ingresso in Telecom Italia attraverso il conferimento della società Sky Italia; conferimento per il quale il gruppo Murdoch avrebbe ottenuto azioni di Telecom. L'intesa si basava sulle sinergie attivabili tra le attività di rete (banda larga) di Telecom e i contenuti multimediali del gruppo Murdoch. Prodi poi si augurava che «grazie alle sinergie attivabili nella partnership, Telecom avrebbe potuto avviare un processo di internazionalizzazione basato sull'esportazione nei mercati esteri del modello tecnologia-contenuti sviluppato in Italia». Tronchetti aveva poi illustrato i tempi dell'operazione annunciando che nei primi giorni di agosto i tecnici delle due parti sarebbero dovuti giungere a una prima serie di valutazioni e alla stesura di un memorandum di massima che sarebbe successivamente stato discusso e approvato dallo stesso Tronchetti e Murdoch. Tronchetti poi spiegò che avrebbe conservato l'attività di La 7 per poterla potenziare anche grazie ai contenuti messi a disposizione da Murdoch. Ieri Prodi ha anche precisato di non aver mai parlato della possibilità di esercitare i poteri speciali di veto previsti dalla golden share. «Chi ha mai parlato di golden share» ha detto dalla Cina in risposta anche al monito lanciato dalla Ue: «Le golden share in quanto tali non hanno spazio nel mercato interno». Intanto il vicepremier Massimo D'Alema lancia un messaggio: «Non vogliamo comandare ma è necessario che nelle prossime ore si faccia chiarezza e che questa chiarezza venga da chi ha la responsabilità della più grande azienda di telefonia italiana». E ieri sera Tronchetti Provera si è recato al ministero dell'Economia per incontrare Padoa Schioppa.

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