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Via libera all'aumento dell'addizionale Irpef tassa di scopo e revisione del catasto

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I 30 miliardi di manovra economica saranno solo l'antipasto. Il piatto forte arriverà in un secondo tempo e sarà servito da Regioni, Province e Comuni. Il governo si appresta a tagliare trasferimenti agli enti locali per 2 miliardi ma al tempo stesso lascerà che questi si rivalgano sul contribuente. Come? Ieri il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, il viceministro Visco e il ministro degli Affari regionali Lind Lanzillotta hanno incontrato i rappresentanti degli enti locali per fare il punto su quello che è allo studio nella Finanziaria. Risultato: gli enti locali hanno avuto il passaporto per usare la leva fiscale. Punto uno: l'addizionale regionale Irpef. Al momento è ferma allo 0,5 per mille ma il governo ha intenzione di sbloccarla. Punto due: arriva il tributo di scopo in nome di quella che il ministro dell'Economia Padoa Schioppa ha definito «l'autonomia finanziaria dei comuni». Porta aperta quindi alla tassa di soggiorno e ai ticket di ingresso nelle città. Punto tre: passaggio del catasto ai Comuni. Il che significa libertà di rimettere a punto il sistema catastale e di avviare la riclassificazione. Un processo che, come ha detto il vicepresidente dell'Anci, Fabio Sturani, potrà durare dai due ai tre anni, solo dopo i quali ci saranno nuove entrate per i Comuni. Dulcis in fundo potrettero saltare i tetti di spesa sostituiti dai saldi. Questo significa che se finora c'era un tetto di spesa che l'ente locale non poteva superare a prescindere dalle entrate, in futuro a fronte di maggiori entrate i Comuni e le province potranno decidere in assoluta autonomia rispetto allo Stato centrale, l'entità delle spese e i tagli. La spesa comunale a carico dello Stato pesa all'incirca per 61 miliardi sui 687 miliardi, che è il totale della spesa pubblica: sarebbe cioè il 9%. La spesa delle Province ammonta invece a 11 miliardi. Marco Causi, assessore al bilancio del comune di Roma, ha fatto i primi conti: «se la manovra prevede 16 miliardi di risparmi, e gli enti locali pesano per il 9% sulla spesa totale, la cifra a noi richiesta non deve superare il 9% di 16, cioè 1,4 miliardi. Sono allo studio più entrate per i comuni, ma noi chiediamo una vera riforma strutturale, come la compartecipazione dinamica al gettito Irpef». Il ministro, Linda Lanzillotta, ha riferito in modo sibillino che «si è discusso non solo di aumento di imposte, ma anche di manovrabilità della base imponibile». Quindi di gestione del catasto, di beni demaniali, di maggiori poteri fiscali e di maggiore autonomie agli enti locali. Sturani ha giudicato «positivo» il ragionamento sui saldi «però non è pensabile che i sindaci si trovino a dover garantire i servizi mettendo solo tasse. Noi non siamo disponibili a ragionare solo di aumenti di tasse e tributi». Adriana Poli Bortone, sindaco di Lecce ed esponente dell'Anci, si è detta delusa dall'incontro. «Nessuna cifra sui tagli ai trasferimenti. Il governo è in grave imbarazzo».

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