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«Il Prof chieda rispetto della libertà religiosa»

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La stabilità sociale non riposa sul controllo e sui carri armati. Il Primo ministro italiano, provenendo da un paese cattolico, può far capire il valore della Santa Sede che non vuole «la distruzione dei comunisti». Questi i suggerimenti a Romano Prodi da parte dei cattolici cinesi, pervenuti all'agenzia missionaria AsiaNews. Da domani al 18 il premier italiano sarà in Cina, insieme con circa 500 tra uomini d'affari e funzionari della ricerca, per una ripresa delle relazioni commerciali tra Cina e Italia e avrà incontri politici ad alto livello. In vista di questo appuntamento, l'agenzia del Pontificio istituto per le missioni estere ha contattato alcuni cattolici clandestini che hanno fatto presente le loro aspirazioni e i loro consigli. In particolare suggeriscono che Prodi chieda al governo cinese il rilascio di tutti i vescovi in prigione o almeno ottenga notizie su di loro. Credono poi che essendo leader di un governo con i comunisti, Prodi possa dimostrare che «l'Italia, un paese cattolico, non vuole la distruzione dei comunisti, ma il bene della società». Per ragioni di sicurezza i nomi con cui AsiaNews cita i cattolici cinesi sono fittizi, ma gli altri dati sono reali. Giuseppe Zhang, cattolico non ufficiale dell'Hebei, fa notare che il vescovo di Baoding, Giacomo Su Zhimin è stato sequestrato dalla polizia 10 anni fa e di lui non si sa più nulla. La Chiesa dell'Hebei, con una forte comunità sotterranea, è presa di mira da anni dalla polizia e dall'Associazione Patriottica, nel tentativo di eliminarli o di farli iscrivere all'Ap, il cui programma è la nascita di una chiesa indipendente dal Papa. Per questo, almeno 5 vescovi sono scomparsi nelle mani della polizia. Oltre a monsignor Giacomo Su Zhimin, 73 anni, arrestato nel 1996, vi sono: monsignor Giulio Jia Zhiguo, vescovo di Zhengding arrestato pochi mesi fa; monsignor Han Dingxian, 67 anni, vescovo di Yongnian, arrestato nel 2005; monsignor Yao Liang, 84 anni, vescovo ausiliare di Xiwanzi, arrestato nel 2005; monsignor Cosma Shi Enxiang, della diocesi di Yixian, 83 anni, arrestato il 13 aprile 2001. Per Paola Chen, universitaria di Shanghai, la liberazione dei vescovi non è sufficiente: «Dopo che li hanno anche liberati tutti, cosa cambia? Il problema è garantire una effettiva libertà religiosa». Anche il professore Pietro Yue, della sviluppatissima provincia del Zhejiang, fa notare che l'ambiente economico cinese non è favorevole agli investimenti: «I 500 businessmen italiani troveranno molte difficoltà. Qui la legge non garantisce nulla: quello che domina sono la corruzione, il sopruso, la manipolazione dei tribunali...Per frenare tutto questo è necessaria la libertà religiosa». Un sacerdote di Pechino dice che la visita di Prodi potrebbe migliorare i rapporti fra Cina e Vaticano. «Il governo cinese ha paura della Chiesa cattolica perché teme che la Chiesa farà crollare il comunismo cinese, come ha già fatto con la Polonia e l'Europa dell'est. Ma il governo italiano, che è vicino al Vaticano, può far comprendere che la Santa Sede non è un nemico politico che cospira a far cadere la Cina».

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