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Palazzo Chigi viene smentito e dà la colpa alla France Press

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Quella che l'opposizione ha definito una «smentita» siriana, Palazzo Chigi l'ha chiamata «doverosa precisazione». Scaricando la responsabilità sull'agenzia internazionale «colpevole» di aver usato la parola sbagliata. Quale? La peggiore possibile: «militari». Anzi, per l'esattezza, «militari europei». A dir la verità, anche la versione riportata dalle agenzie italiane sabato si discosta da quella diffusa ieri. Nella prima, il premier faceva riferimento a «guardie di frontiera dell'Unione Europea per controllare il passaggio di armi tra Siria e Libano». Nella seconda, le «guardie» diventano «personale tecnico» Ue impegnato in una «missione di supporto esclusivamente civile» per fornire ai siriani «aiuto e formazione». Ma andiamo per ordine. Sabato mattina le agenzie d'informazione «lanciano» la notizia: dopo colloqui coperti dal riserbo, il presidente del Consiglio ha raggiunto un accordo con il «collega» Assad. L'annuncio ha toni trionfalistici: «Per due giorni ha tessuto in silenzio la tela diplomatica con il presidente siriano...», attacca l'Ansa riferendosi a Prodi. «Ho ricordato ad Assad - spiega il premier in un "lancio" - che l'Ue ha una significativa esperienza nella formazione e nella gestione delle guardie di frontiera». Quindi il Professore aggiunge che ha proposto ad Assad l'invio di «poche centinaia di uomini». Una forza di garanzia disarmata e senza uniformi che «aiuterà a tagliare il flusso di armi verso il sud del Libano...». Ieri la smentita-precisazione della Siria. «Le notizie diffuse da alcune agenzie di stampa sull'accettazione da parte della Siria di guardie di confine europee per sorvegliare la frontiera siriano-libanese non hanno fondamento», fa sapere l'agenzia ufficiale Sana. Le polemiche esplodono, puntuali e roventi, come di consueto. Prodi, da Helsinki, contro-replica: la Siria non ha smentito; ha solo precisato. Si è trattato, aggiunge, di una «doverosa precisazione» a notizie sbagliate. Ma chi è che ha sbagliato? Prodi non lo dice. Lo diciamo noi: è la France Press. L'agenzia «sotto accusa» ammette che nel primo «lancio» urgente c'erano due termini: «militari europei», tradotti nella versione inglese come «troops», truppe. Si tratta di un'imprecisione, è vero. Ma anche le prime dichiarazioni di Prodi sul ruolo del personale Ue (che verrà definito in un incontro europeo giovedì) erano abbastanza sibilline. Da Palazzo Chigi, comunque, si fa notare che la vera notizia, oscurata dalle polemiche, è che per la prima volta rappresentanti dell'Unione saranno presenti al confine fra Siria e Libano. Da parte sua, e sempre a margine del polverone politico-terminologico, l'opposizione insiste: quello che Prodi sa ma non dice è che il riarmo di Hezbollah è già ricominciato lungo quella frontiera. E che questo mette in pericolo la pace, l'applicazione della risoluzione Onu e la vita dei nostri soldati.

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