Il presidente del Consiglio a Helsinki
È il commento del presidente del Consiglio, a Helsinki per il vertice Asem, in riferimento all'ipotesi del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi di non votare sì alla partecipazione italiana a Unifil 2. Sull'eventualità che gran parte della Cdl possa esprimere un voto negativo alla missione in Libano, Prodi ha detto che se così fosse «si stanno assumendo un'enorme responsabilità» visto che si tratta di una missione «vissuta come un passo importante» tra tutti i partecipanti. Il premier ha infatti spiegato che questa è stata la percezione che ha avuto e di cui ha parlato «con molti capi di Stato», in ultimo ieri a margine del vertice Asem con il premier malese. Prodi, durante un incontro con la stampa e Helsinki, ha spiegato come sia importante che alla missione partecipi «il maggior numero di Paesi possibile». Si tratta di una forza che ha «il grande scopo di portare la pace in uno dei punti più critici del mondo». E al fianco del premier, per una volta, si schiera compatta tutta la maggioranza. «La pace non diventi occasione di polemiche», ha detto il ministro dell'Ambiente e presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, secondo il quale «appare paradossale che chi ieri ha trascinato l'Italia in Iraq oggi esprima dubbi su una vera missione multinazionale di pace. Su questo tema - ha concluso Pecoraro Scanio - serve la massima unità». Per Roberto Villetti, presidente dei deputati della Rosa nel Pugno, «Berlusconi scarica sulla politica estera quella che è una battaglia tutta interna all'opposizione. Questa volta però è stato costretto a fare marcia indietro, rispetto a una posizione di contrarietà all'impegno italiano in Libano che era assolutamente insostenibile, soprattutto per la durissima reazione da parte dei suoi alleati, con in testa Casini. Tuttavia - prosegue l'esponente socialista - dalle sue principali mosse politiche si comprende anche che il Cavaliere non si è stancato di puntare a dare una spallata al governo Prodi. Non gli sono bastate le sconfitte a ripetizione che ha subito, dopo le elezioni politiche, alle amministrative e al referendum. Il governo - conclude Villetti - non ha nulla da temere dall'estremismo berlusconiano che ha scopi solo destabilizzanti e che semmai porta acqua involontariamente alla tenuta politica del centrosinistra». Rosa Calipari, senatrice Ds e vedova del funzionario del Sismi ucciso in Iraq da un soldato Usa, ribadisce infine che «quella in Libano è a tutti gli effetti una missione di pace dove ai nostri soldati, a quelli della Francia, e agli altri che si aggiungeranno, tocca il delicato compito di mantenere il silenzio delle armi, già in vigore, impedendo ulteriori distruzioni, spargimenti di sangue, atti di terrorismo. Ad essa si affianca una coerente, tenace, azione diplomatica».