La proposta
Visco prova a tassare
Al ministero dell'Economia si stanno facendo i calcoli e studiando le varie ipotesi. L'unificazione dell'aliquota al 20% sulle rendite finanziarie varrebbe un gettito oscillante tra 1,5 e 4,5 miliardi di euro. L'oscillazione è così ampia per il fatto che questo tipo di rendimenti è incerto. Il governo quindi starebbe lavorando su un'ipotesi di gettito intermedia, tra i 2,5 e i 3,5 miliardi. Ma la forbice è legata dall'inclusone o meno dei titoli di stato la cui tassazione al 20% varrebbe un gettito di circa 1 miliardo di euro. L'inclusione di Bot, Cct, Btp e altri sarebbe proprio una delle questioni aperte. Fuori invece da questi calcoli di gettito è l'eventuale cedolare secca, sempre al 20%, sugli affitti. Visco potrebbe giustificare l'aliquota al 20% con il fatto che ci sarebbe un riallineamento dei valori italiani a quelli della media europea, oggi al 20-21%. La tassazione al 12,5%, si spiega, era una delle più generose per incentivare le famiglie italiane al rifinanziamento dell'alto debito pubblico. Oggi questo problema sarebbe un po' superato perchè la quota di titoli di stato in mano alle famiglie sarebbe sotto il 20% (il 13,6% secondo uno studio dell'Adusbef); oltre il 50% è all'estero mentre la restante quota è in mano a imprese e fondi. Visco, parlando a Pesaro alla Festa dell'Unità, ha sottolineato che «la gente sa che non ci saranno più condoni, che si fa un attento controllo dell'evasione, quindi anche per questo comincia a pagare di più». Il ministero sta anche lavorando sul cuneo fiscale. Per il rilancio del Sud si prospetta un taglio del cuneo fiscale più vantaggioso per le aziende del Mezzogiorno, reintroduzione del credito di imposta automatico per nuove assunzioni e nuovi investimenti e l'istituzione di 20-30 «zone franche». Si pensa ad agevolare le iniziative medio-piccole, fino a 50 dipendenti, e quelle che scelgono di insediarsi nelle aree degradate delle grandi aree metropolitane del Sud.