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«FI senza il Cav? Un problema prematuro»

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Bondi: «Farà con il partito come con Mediaset. Creerà le condizioni per una successione indolore»

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È soddisfatto il coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi. Berlusconi è appena andato via superando i blocchi di ammiratori e militanti entusiasti per il leader ritrovato e Bondi si rilassa sentendo un cd dei «Canti orfici» di Dino Campana recitati da Carmelo Bene. Doveva essere un seminario e invece è diventato un congresso? «Sicuramente gli assomiglia molto. È stata un'occasione importante per riflettere e confrontarci tra di noi. Quest'anno poi lo è stato particolarmente perché è stata la prima occasione per fare una riflessione approfondita sul risultato delle elezioni di aprile e su come vogliamo che sia la nostra opposizione al governo Prodi». Com'è la Forza Italia che esce da Gubbio? «È un partito forte, con una vera classe dirigente. Forse la novità più grande di quest'anno è che oltre alla voce di Berlusconi si è sentita quella di tanti altri, dirigenti nazionali e locali ma anche dei militanti. Basti pensare che sono state 680 le persone che si sono iscritte e che hanno pagato per partecipare al seminario. Oggi Forza Italia è il partito del presidente Berlusconi, ma anche della sua classe dirigente e del suo popolo». Berlusconi venendo qui ha dato la carica al partito? «Sono convinto che siamo stati noi che abbiamo dato la carica a lui, specialmente con il nostro dibattito sia sul partito sia su come fare l'opposizione. E alla fine siamo tutti d'accordo: l'opposizione sarà inflessibile, la critica al governo continua Prodi senza mai perdere di vista l'interesse del paese». Ma può esistere Forza Italia senza Berlusconi? «Penso che sia un problema davvero prematuro. Abbiamo un presidente della Repubblica, Napolitano, che ha quasi 82 anni e nessuno si meraviglia, quindi non capisco perché dobbiamo prepensionare Berlusconi. E comunque Berlusconi già dieci anni fa mi disse che lui voleva fare nel partito quello che aveva fatto con le sue aziende: rafforzarlo e ingrandirlo il più possibile e poi creare le condizione per un passaggio indolore alla successione. A Mediaset ci sono i suoi figli, in Forza Italia vedremo». Se il partito è solido, si può dire altrettanto della coalizione? «Qui a Gubbio nessuno ha voluto alimentare la polemica con Casini, né Berlusconi né tanto meno io che anzi ribadisco tutta la mia amicizia e stima all'ex presidente della Camera. Penso che dobbiamo tenere conto delle sue critiche, non credo proprio nelle chiusure». E il partito unico del centrodestra ha ancora delle possibilità? «Me lo auguro. Qui a Gubbio abbiamo lavorato per rafforzare Forza Italia proprio in una prospettiva unitaria, in un percorso che porta alla costruzione del partito della Libertà. Casini, a scanso di equivoci, è parte integrante di questo progetto. Mi sembra che in crisi non sia la Casa delle libertà ma la maggioranza». Sil. San.

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