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di MARCO CASTORO È PIÙ facile vincere al lotto che sapere in anticipo che cosa potrebbe accadere martedì ...

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Quante saranno resta un mistero. Due sono sicure, perché sono quelle più ambite dall'Unione: la direzione del Tg1 e quella delle Risorse umane. Ma potrebbero essercene altre. Come diversi dovrebbero essere i nomi da presentare come candidati. Non solo quelli di Riotta e Braccialarghe (entrambi considerati vicini a Prodi), in pole per sostituire Mimun e Comanducci. Intanto va detto che i consiglieri di viale Mazzini della Cdl si presenteranno al cospetto di Cappon col coltello tra i denti. La mossa preventiva di Berlusconi è stata molto astuta. Il Cavaliere ha difatti confermato prima di qualsiasi possibile scenario il posto ai quattro (Staderini, Malgieri, Bianchi Clerici e Urbani) anche per il prossimo mandato, con addirittura la prospettiva per uno dei quattro di diventare il nuovo presidente della Rai, che nel prossimo consiglio spetterà all'opposizione. Berlusconi per rispettare il suo patto ha chiesto ai consiglieri di schierarsi compatti sulle votazioni, bocciando la candidatura di Riotta al Tg1 (candidatura di ferro se si pensa che tra coloro che lo indicano ci sono Bazoli, Profumo, De Benedetti e Prodi). Nel caso in cui le nomine proposte da Cappon dovessero essere bocciate (non va dimenticato che il centrodestra ha la maggioranza grazie anche al consigliere «governativo» Petroni) al direttore generale non resterebbe che presentare le dimissioni dopo una sconfitta così eclatante. Quindi meglio la soluzione Antonio Caprarica, accettata anche dal centrodestra e approvata all'unanimità. Tuttavia c'è anche chi ha paura del voto di Staderini, il consigliere dell'Udc, che dopo lo screzio politico Casini-Berlusconi potrebbe schierarsi dalla parte del centrosinistra, facendo così passare le nomine. Comunque, anche se un po' alla volta, la missione di Casson dovrà superare non pochi scogli. Per primo quello rappresentato da Mimun. L'attuale direttore del Tg1 non ha nessuna intenzione di accettare la direzione di RaiSport, soprattutto alla luce dei grandi risultati di ascolti riportati alla guida del telegiornale della rete ammiraglia. Il suo futuro potrebbe essere sulla poltrona del Tg5, anche se non da subito, prima c'è da risolvere il nodo Rossella, che ha ben lavorato, ottenendo ottimi consensi di share nonostante il traino di palinsesto non certo felice. Per Rossella tra qualche mese potrebbe aprirsi una porta importante alla Mondadori Corporate. Per Mimun si prospetta un periodo da epurato-doc, alla Biagi e Santoro per intenderci. Sempre in casa Mediaset-Fininvest non sembra invece corrispondere al vero il valzer di poltrone che vedeva Belpietro accasarsi al Tg2, Mario Giordano passare al Giornale e Mulè a Studio Aperto. Ma torniamo alla Rai. Al centrodestra resterà la rete due (con tanto di telegiornale). Mazza dovrebbe restare al suo posto come direttore del Tg2, così come il leghista Marano dovrebbe conservare la direzione di rete. L'alternativa sarebbe Mazza alla rete e Del Noce al Tg2. Ma per quanto riguarda l'attuale direttore di RaiUno il suo futuro potrebbe essere a Canale 5 oppure a RaiFiction al posto di Saccà. RaiUno andrà a Ruffini (ex RaiTre), mentre a sinistra si prepara un altro scontro tra due corazzate: Borrelli e Di Bella. Per il primo, destinato a lasciare New York, si prospetta una direzione tra il Tg3, il Gr1-Radio 1 oppure Rai International. Intanto Meocci ha rinunciato a Rai Corporation (il suo posto potrebbe essere preso da Magliaro). Di Bella invece sembra destinato a New York, questa volta finalmente come capo sede. Ma se non toccherà né a Borrelli né a Di Bella a chi andrà il Tg3? Forse a Bianca Berlinguer, che non va considerata di area diessina, ma di area «sinistra radicale» perché molto ben vista da tutti i cespugli, compresi i rifondaroli. Guido Paglia sembra destinato alla presidenza della Sipra con le deleghe del dg Braccialarghe, probabile neo direttore alle Risorse Umane.

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