Comunisti e Rifondazione a muso duro contro i Ds
Diliberto: «Le proposte sulla previdenza sono irricevibili, non sono nel programma del centrosinistra»
La presa di posizione del leader di Ds, Piero Fassino sulla necessità di mettere mano a una Finanziaria rigorosa che contenga la spesa, a partire dai quattro settori indicati nel Dpef (sanità, previdenza, pubblico impiego e finanza locale) ha scatenato i partiti della sinistra radicale. Dura la reazione di Oliviero Diliberto, numero uno dei Comunisti italiani. Che ha rimproverato il leader del partito della Quercia di tradire il programma dell'Unione sostenendo posizioni inaccettabili quale quella dell'innalzamento dell'età pensionabile. «Posizione» che in realtà è contenuta nel programma anche se non si accompagna alla presenza dei disincentivi per ritardare l'uscita dal mercato del lavoro e che fanno accapponare la pelle a sindacati e ai partiti dell'ala massimalista. Incalza anche il segretario di Rifondazione Franco Giordano. «L'entità della manovra non è la sacra Bibbia. Sì a una Finanziaria forte ma a tutela dei deboli». Critiche al segretario Ds sono venute anche dal sottosegretario all'Economia Alfonso Gianni di Rifondazione. «Al segretario dei Ds non sembra importare che queste rigidità nell'impostazione della finanziaria stanno trascinando i sindacati sulla soglia della proclamazione di uno sciopero generale contro il neonato governo di centrosinistra, il che non mi parrebbe una prova di rafforzamento per quest'ultimo». Ma al rigorismo di Fassino si aggiunge quello del ministro Parisi. «I problemi sono sotto gli occhi di tutti e vanno risolti e governati. Abbiamo una spesa sanitaria che va ridimensionata così come va risolto il nodo delle pensioni». Tenta di mediare, invece, tra la linea dei rigoristi e i lassisti il ministro del Lavoro Cesare Damiano che conferma l'annuncio fatto dal ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani qualche giorno fa. «Siamo in grado già nella Finanziaria di dare indicazioni delle iniziative che portino a dei risultati anche per il sistema previdenziale, a maggiori risorse, a risparmi», ha detto Damiano. Confermando peraltro il mix di incentivi e disincentivi seppur questi ultimi definiti «leggeri». Contro l'ipotesi del decreto legge e delle misure che dovrebbe contenere immediata è stata l'ulteriore levata di scudi del partito del «no ai tagli». «Chi ha intenzione di fare cassa con le pensioni dei lavoratori se lo tolga dalla testa» è stata la replica di Gianni Pagliarin, del Pdci. Dalle pensioni alla sanità. Fassino coraggiosamente ha parlato di razionalizzare e ridurre la spesa sanitaria. Affermazione che il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero ha inteso anche questa volta come l'annuncio di tagli e ha rinviato al mittente con la stessa giustificazione usata da Diliberto a proposito delle pensioni: i tagli alla sanità non sono previsti nel programma dell'Unione. Tommaso Padoa Schioppa all'Eurogruppo-Ecofin di luglio è riuscito a far digerire all'Europa il mancato rispetto dell'impegno preso dal governo Berlusconi di una correzione dei conti dello 0,8% per quest'anno proprio grazie alle sue promesse di interventi strutturali severi contenuti nel Dpef che aveva portato in valigia. Ecco perchè sono in molti a scommettere che l'ex membro del board della Bce non resisterà a lungo al pressing dei conservatori della coalizione.