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La denuncia del governatore della Sicilia

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Cuffaro: «Romano Prodi voleva il ponte sullo Stretto»

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Secondo stime attendibili, con un collegamento stabile i costi di trasporto calerebbero del 13%, senza parlare della maggiore rapidità degli spostamenti». Non è il governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro, a parlare ma, udite, udite, l'attuale presidente del Consiglio, Romano Prodi. Ed è, invece, lo stesso Cuffaro a scovare «un'intervista rilasciata nel settembre del 1985 e pubblicata dal settimanale Panorama dall'attuale presidente del Consiglio». «In quell'intervista - aggiunge Cuffaro - Prodi spiegò chiaramente e con dati di fatto che era fondamentale giungere alla realizzazione del Ponte». È ancora il governatore a precisare che «in quella occasione, da presidente dell'Iri (partner diretto al business Ponte), Prodi faceva queste dichiarazioni, oggi, invece, certamente per ragioni di sopravvivenza politica di un governo dall'equilibrio ogni giorno più instabile, riesce a sovvertire gli studi e le valutazioni tecniche approfondite». Cuffaro, va oltre. E smaschera anche il vicepremier Rutelli. Il governatore tira fuori un'agenzia Ansa del 24 febbraio 2001: «Nel momento in cui riparte un grande programma di sviluppo anche ambientale del mezzogiorno, della Calabria e della Sicilia, il ponte diventa una conclusione logica di questo processo». Insomma, per Cuffaro, «ecco i fatti». «Si vuole smantellare - prosegue - un progetto fattibile e già, in pratica, interamente finanziato anche dalla Comunità europea, tentando maldestramente di appropriarsi dei soldi già in cassa magari per dirottarli alla mega e fantasiosa Tav pugliese annunciata in pompa magna da Prodi e compagni che, se realizzata in quella maniera taglierebbe il corridoio 1 Palermo-Berlino, e i relativi finanziamenti europei».

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