Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

L'agenzia di rating Fitch

Esplora:
default_image

«Boom delle entrate ma adesso bisogna agire sulla spesa»

  • a
  • a
  • a

Ma - ha spiegato il responsabile per il rating sovrano dell'Italia Bian Coulton - siamo rimasti un po' sorpresi dalla rapidità con cui il governo ha ridotto a circa 30 miliardi dai 35 iniziali l'entità dei tagli alla spesa previsti dalla Finanziaria e ha ipotizzato che le maggior entrate abbiano carattere strutturale». È un giudizio in chiaroscuro quello dell'agenzia inglese di rating sull'Italia, espresso - ha avvertito Coulton - quando la Finanziaria è ancora in fase di elaborazione e quindi tutto è ancora in movimento. Certo - ha spiegato l'analista che ieri ha avuto una serie di incontri al ministero dell'Economia per farsi un'idea sulla situazione dei conti pubblici in Italia - le entrate fiscali sono state sorprendentemente buone negli ultimi 2-3 mesi, e questo dovrebbe impedire al deficit di uscire fuori controllo». La previsione di Fitch - che a maggio ha messo il rating sull'Italia (AA) sotto osservazione per un possibile declassamento e dovrà decidere entro il mese di ottobre - dopo i risultati di gettito del primo semestre in forte aumento, è in lieve miglioramento. «Si può quindi indicare un deficit compreso fra il 4 e il 4,2% - ha continuato Coulton - mentre, la nostra previsione dello scorso maggio, era per un deficit/Pil pari al 4,2% secco. Certo - ha sottolineato ancora Coulton - è ancora presto per esprimere un giudizio e ci sono molte incertezze riguardanti la spesa degli enti locali, e le maggiori entrate potrebbero non avere carattere strutturale». E d'altra parte ha ricordato l'analista che «negli ultimi anni le previsioni governative di deficit/Pil sono sempre state sforate, il che ha un po' minato la loro credibilità». Una situazione che impone prudenza: infatti, per evitare un declassamento - secondo il parere di Fitch - non basta avere delle entrate in crescita ma, l'Italia, deve iniziare ad agire sul suo punto debole: sarebbe a dire la spesa, in maniera permanente. «Occorre quindi agire sulla spesa del settore pubblico e sulla sanità - ha detto Coulton - perché una riforma delle pensioni, anche se venisse approvata subito non produrrebbe effetti nel breve termine». Nessun commento ancora sui conti pubblici italiani da Moody's e Standard & Poor's, i cui responsabili per la copertura dell'Italia ricordano che è ancora troppo presto per esprimersi sulla Finanziaria.

Dai blog