D'Alema travolto dalle polemiche della Cdl
Il ministro degli Esteri, in occasione di un dibattito alla Festa dell'Unità di Bologna, ironizzando, ha detto «sulla Rai mi domando se non stiamo troppo buoni: anziché occupare la tv pubblica ci siamo occupati di politica estera». D'Alema ha quindi ricordato che tutti i dirigenti di viale Mazzini e i direttori di Tg scelti dal centrodestra sono ancora al loro posto, aggiungendo sibillino: «È chiaro però che non può durare così all'infinito». Da qui si accende la miccia. I primi a reagire alle dichiarazioni di D'Alema sono gli esponenti di Alleanza nazionale. Per Maurizio Gasparri «è vergognoso che il ministro D'Alema, anzichè occuparsi di politica estera, lanci liste di proscrizione facendo i nomi dei direttori del Tg1 e Tg2, Mimun e Mazza, come persone da cacciare». «La sinistra che si è occupata storicamente sempre di lottizzazioni e di appropriazioni indebite, dalla Rai agli intrecci tra strutture pubbliche e cooperative rosse -avverte l'ex ministro- rinnova i suoi antichi riti. L'atteggiamento di D'Alema va respinto e credo che il Consiglio di amministrazione della Rai all'unanimità si debba pronunciare». E in serata anche Gianfranco Fini, attacca il suo successore alla Farnesina. «Sono incredibilmente gravi le dichiarazioni di D'Alema sulla Rai che dimostrano che il lupo perde il pelo ma non il vizio», ha detto il presidente di An. «Parlare di bontà, ha aggiunto, e magari di cattiveria significa avere la concezione della politica connessa più alla lotta per la conquista delle poltrone piuttosto che al rispetto per tutte le posizioni». Dura la reazione anche da parte dell'Udc, che attraverso l'ex giornalista parlamentare e ora senatore dei centristi, Francesco Pionati, sottolinea come «l'irresistibile tentazione di D'Alema di occupare e normalizzare la Rai dimostra le reali intenzioni della sinistra: la maggioranza tenta di mettere la museruola all'informazione del servizio pubblico per nascondere agli italiani lo stato confusionale in cui si trova. Il cda Rai respinga le intimidazioni e operi con equilibrio, avverte Pionati, in una ottica complessiva e non caso per caso, per garantire pluralismo e professionalità». Stessa la reazione anche di Forza Italia, pronta a difendere la linea adottata dal governo Berlusconi in cinque anni. Per Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, si tratta di un episodio gravissimo: «Un elenco di nomi e di poltrone Rai come ai tempi delle antiche e peggiori lottizzazioni. E' un episodio gravissimo, per di più denunciato da un esponente di spicco della stessa maggioranza». Anche all'interno della stessa Unione si esprime perplessità sulle parole del leader della Farnesina. I piccoli partiti, infatti, chiedono chiarezza. «Non ci piace e non ci appassiona particolarmente l'estenuante dibattito sul totonomine, afferma Pino Sgobio del Pdci. Ci interessa di più un dibattito franco, aperto e partecipato tra le forze politiche di maggioranza, che ponga al suo centro la competenza e la professionalità degli eventuali incaricati».