Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il nipote del Duce chiede l'apertura di un'inchiesta

default_image

«Riesumate la salma di mio nonno Benito Mussolini Dopo sessant'anni voglio sapere com'è morto»

  • a
  • a
  • a

Lo chiede alla procura di Como il nipote Guido, che sollecita una inchiesta giudiziaria per ricostruire le vicende legate alla fine del Duce e stabilire «per la prima volta dopo 60 anni» la causa della morte. Guido Mussolini, che è figlio di Vittorio, uno dei figli del Duce, ha incaricato l'avvocato Luciano Randazzo di occuparsi della vicenda. Dopo un lavoro di ricerca durato più di quattro mesi, il legale ha presentato una denuncia-querela alla procura di Como con la quale si chiede di «stabilire in via giudiziaria e quindi definitiva le cause della morte di Mussolini». «La storiografia ha proposto 19 diverse versioni della vicenda - spiega Randazzo - ma di fatto nessun accertamento giudiziario ha mai stabilito la verità. È stato fatto per Claretta Petacci e per suo fratello, mai per il Duce». Per ricostruire le cause della morte del Duce sarà necessario una perizia medico-legale - sottolinea l'avvocato - e «per questo sarà necessaria la riesumazione della sua salma per le opportune verifiche». Guido Mussolini, 69 anni, vive vicino a Roma ed è il promotore di una fondazione intitolata al padre Vittorio. Alcuni mesi fa aveva preso contatti con lo studio Randazzo per valutare sotto il profilo storico-giurisprudenziale la possibilità di chiedere l'apertura di una inchiesta sulla morte di Benito Mussolini. «Auguriamoci che, per la prima volta dopo 60 anni, visto che non è stato fatto finora, qualcuno stabilisca con certezza giudiziaria la verità», ha commentato il legale, spiegando che si tratta di un'iniziativa che «va oltre il giudizio storico sul personaggio» e che vuole «accertate serenamente le cause della morte di chi era prima di tutto un uomo oltre che un capo di Stato». «La cosiddetta "sentenza di condanna" del Duce da parte del Comitato di Liberazione Nazionale (Cln) è un falso storico - afferma Randazzo - i partigiani non avevano alcun mandato istituzionale per poter emettere ed eseguire un simile verdetto: si è trattato di una esecuzione sommaria». Secondo Randazzo, il Cln «avrebbe dovuto arrestare Mussolini e consegnarlo all'autorità giudiziaria per poi mandarlo a processo alle Corti di Assise che all'epoca dei fatti erano già costituite o consegnarlo, al limite, ai tribunali internazionali. Nessun organismo internazionale ha avviato alcuna procedura nei confronti dell'Italia per quella palese violazione delle leggi nazionali e degli accordi internazionali, dei veri e propri crimini di guerra».

Dai blog